“L’Acta ha fallito, si sciolga”

1 novembre 2011 | 12:28
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“L’Acta ha fallito, si sciolga”

La Ola (Organizzazione lucana ambientalista) chiede che venga sciolta Acta spa e si ritorni a gestire, a Potenza, i rifiuti con l’ufficio ambiente. Tale richiesta è non solo avvalorata dal risparmio di circa 300.000 euro in meno da erogare agli organi direttivi di amministrazione e di controllo presenti nell’Acta spa, ma consentirebbe agli operatori ecologici un contratto da dipendenti pubblici, di gran lunga più conveniente di quello “privatistico”, togliendo ai cittadini l’ingombro di pagare con la Tarsu una struttura aziendale inadeguata, le cui nomine sono a carattere politico. Per la Ola, Acta spa ha assunto un ruolo che non le compete, cioè quello politico di condizionare le scelte gestionali in materia di rifiuti non solo a Potenza, ma anche in Basilicata assurgendo tra i principali responsabili del disastro dei rifiuti in Basilicata.

Il capoluogo di regione, infatti-denuncia la nostra Organizzazione – produce quasi 29.000 tonnellate all?anno dei rifiuti della provincia di Potenza, pari al 20% dei rifiuti prodotti (28.926 tonnellate/anno su 141.812 tonnellato/anno dell’intera provincia). Si continua a perseguire a Potenza la raccolta del multimateriale (il cassonetto Blu) in cui finiscono carte, cartone, stoffe, legno, plastica. Acta spa spaccia la “multimateriale” per raccolta differenziata e, invece, finisce solo per avallare la variante del “rifiuto tal quale”, da smaltire in discarica o da cui attingere per fabbricare il CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti) nei centri di Sant’Arcangelo, Lauria e Venosa. Quello che oggi non può essere bruciato a Fenice per le ben note vicende legate all’inquinamento causato dall’inceneritore. 
Tutto parte proprio dal sistema delle raccolte multimateriale, che vede la città di Potenza capofila del disastro-rifiuto in Basilicata.

A Potenza ed in molti centri lucani rimane esclusa dalla raccolta multimateriale la frazione organica (bucce, scarti di cucina, materiali organici) che rappresenta intorno al 50 % dei rifiuti che finiscono oggi in discarica e che creano i problemi che conosciamo, con percolato che finisce nelle falde, così come accade in tutte le discariche compresa quella di Potenza di località Pallareta. La situazione non è migliore in Basilicata, dove solo 2 comuni effettuano la raccolta dell’organico con una corretta raccolta differenziata porta a porta (vedi tabella allegata – tratta dal BUR Basilicata n.48 del 16/12/2010).

Alcuni comuni del materano, ivi compresa la città di Matera, stanno tentando di realizzare una vera raccolta differenziata spinta, ivi compresa la raccolta della frazione organica. Rischiano però di imbattersi con le politiche di segno opposto della Regione e delle Provincia di Matera che insistono sulle discariche e sull’incenerimento avallate da un ATO Rifiuti che assolve allo stesso ruolo assunto da Acta SpA per Potenza. CDR e CSS (Combustibile Secondario Solido) che finisce bruciato presso cementifici e finte centrali a biomassa che tengono ferma la raccolta differenziata in Basilicata ad un deludente e sanzionabile 9% ed evitano di realizzare impianti per la fabbricazione del compost di qualità ormai normati con leggi.

Ola (Organizzazione lucana ambientalista)