La verità non può mentire, ma può tradire

5 novembre 2011 | 11:16
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La verità non può mentire, ma può tradire

“Siamo in un territorio libero. Libero dal lavoro, libero dalla moralità, libero dalla legalità, libero dalle certezze, libero dal futuro, libero dal coraggio e dalla verità, libero dal pensiero, libero dalla cultura. Noi cittadini siamo persino liberi dalla libertà.” Una considerazione amara, certo, ma molto realistica che deduco dalla lettura del nostro giornale di questa settimana. Sembra che qui la Verità a volte fa finta di non esistere. Si nasconde, per paura degli impostori. Siamo circondati dagli impostori. Gente che agisce più o meno nell’ombra per fare gli affari propri a danno dei cittadini. E’ il caso dell’Arbea, è il caso dell’azienda di allevamenti di maiali. E’ il caso della gestione dei rifiuti. Ancora una volta emerge con chiarezza il clima di “illegalità” diffusa che si espande nei meandri della pubblica amministrazione. Non ci stancheremo mai di denunciare, né di ricordare ai cittadini le malefatte di un potere arrogante e arraffone. Le responsabilità del disastro dell’Arbea sono anche della politica nella sua totalità. Sono anche di chi ha taciuto, di chi ha sottovalutato, di chi si è accontentato delle briciole nella tavolata succulenta delle spartizioni. Sono di chi, ben conoscendo la malagestione dell’Arbea, ha mantenuto al suo posto il direttore Dracula Gabriele Di Mauro.

Che dire della monnezza? E’ ridicolo, tutto ridicolo quanto sta accadendo intorno alla vicenda gestione rifiuti. Anni di immobilismo colpevole cancellati a colpi di dichiarazioni solenni e pompose. Come quella dell’assessore all’Ambiente che come un dittatorello annuncia:“Abbiamo il dovere di dare risposte tempestive e soprattutto definitive sulla situazione discariche nei territori delle due province.”Ci prendono ancora una volta per i fondelli. Puntano sulle discariche, costose e inquinanti. Puntano sul guadagno dei gestori e sulla “truffa” ai danni dei cittadini. Chissà quando la smetteranno.

Ma c’è un’altra vicenda che ha molto a che fare con la libertà e con la verità. E’ la storia di Elisa Claps e dei suoi assassini. In tutti questi anni di indagini, di coperture e di confessioni, abbiamo imparato che la verità, anche se non può mentire, può tradire. Un tradimento costante consumato dalle tante verità inutili e dannose che hanno cosparso di paure e “meraviglie” l’intero paese. Sul caso Claps  forse è giunto il momento di osare, di superare gli steccati del “ragionevole pudore” e di cercare meglio nel “ragionevole dubbio”. Il dubbio che porta alle inquietanti e indicibili coperture di un signore che avrebbe ucciso la ragazza. La verità vera, quella che darebbe soddisfazione alle coscienze e alle anime, è da cercare oltre Danilo Restivo. Ha ragione il direttore Giusi Cavallo a porre certe questioni con coraggio. Sono le questioni vere che la verità richiama oltre ogni “ragionevole pudore”. Troppe maschere in giro, tranne che il giorno di carnevale.