“La Valle dell’Agri non è la Libia d’Italia”

3 novembre 2011 | 14:25
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“La Valle dell’Agri non è la Libia d’Italia”
“La Valle dell’Agri non è la Libia d’Italia”
“La Valle dell’Agri non è la Libia d’Italia”
“La Valle dell’Agri non è la Libia d’Italia”
“La Valle dell’Agri non è la Libia d’Italia”

Sale l’indignazione della cittadinanza lucana, l’associazionismo s’infervora: oggi, 3 novembre, presso la sede del Consiglio Regionale un sit in di protesta

Con l’iniziativa promossa dal coordinamento “La Locomotiva”, i cittadini lucani manifestano un secco dissenso nei confronti del dilagante e ostruzionistico “tuttappostismo” sciorinato dagli organi Regionali. Le rimostranze riguardano gli scottanti risvolti d’attualità emersi dalla recente cronaca, in particolare la compromessa sicurezza ambientale e sanitaria in Basilicata, connessa ad ingranaggi di mala gestione delle questioni “petrolio” e “rifiuti”La violenta contaminazione del territorio ingenerata dagli ecomostri “Fenice” di Melfi e “Centro Oli” di Viggiano, il mancato/ non tempestivo palesamento di dati di monitoraggio ambientale da parte delle Agenzie preposte alla protezione ambientale, lo scandalo giudiziario scaturitone che ha travolto vertici dirigenziali riverberano, nel sentire collettivo, lo spettro di nocivi reticoli tra politica, business e amministrazione, accreditando alla Regione  l’insuccesso di una programmazione non lungimirante, e sostanzialmente lesiva del patrimonio comune e della salute collettiva. Con il presidio“ La Valle dell’Agri non è la Libia d’Italia”, le associazioni ambientaliste e dei comitati civici della valle dell’Agri – tra gli intervistati donne e madri dell’associazione “Onda Rosa” e delegazioni di operai dell’“Elbe” – chiedono al Consiglio Regionale una moratoria delle attività estrattive in Val d’Agri  e la sospensione del memorandum che autorizza l’incremento delle estrazioni ed emissioni. Rivendicano un monitoraggio immediato e altamente qualificato delle condizioni ambientali e sanitarie, diffidando dei controlli prodotti da un’Agenzia attualmente inquisita. Denunciano gravi condizioni di contaminazione dell’aria e dell’acqua, danni ai locali prodotti cerealicoli e vinicoli, inquinamento acustico, incremento delle patologie tumorali e vari casi di parti prematuri.

Contestano e segnalano, tra l’altro,  la gravità dell’assenza di un confronto dialetticamente democratico nel dibattito consiliare odierno per la mancata convocazione di propri delegati alle audizioni annunciate a seguito della relazione dell’Assessore Mancusi del 18 ottobre 2011.