La pelle della gente parla

30 novembre 2011 | 07:25
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La pelle della gente parla

Esistono i problemi sui quaderni e i problemi sulla pelle della gente. Molti politici preferiscono cimentarsi nella soluzione dei problemi, come a scuola, sui quaderni. Ma tra le aule scolastiche e quelle politiche c’è una bella differenza. A scuola se non riesci a risolvere i quesiti o magari trovi la soluzione sbagliata, a pagare con un cattivo voto è lo scolaro. Al mondo intero non accade nulla. I danni non si espandono e non coinvolgono gente innocente. Se, al contrario si sbaglia nelle aule della politica, spesso “l’ignorante” non paga, ma a subirne le conseguenze sono i cittadini.

E’ dunque opportunoche chi governa adotti un altro metodo per la soluzione dei problemi, quello che parte dalla pelle della gente. Capita che l’assessore Martorano dia i numeri sui livelli di diffusione delle patologie tumorali in Basilicata.  E pare che quei numeri gli siano stati forniti dal Crob, che invece smentisce. Non esiste un registro dei tumori. Ma come? Martorano dice di sì. Non ci interessa la querelle specifica, né sapere chi abbia torto o ragione. Fatto sta che i numeri dati dall’assessore alla Sanità raccontano di una Basilicata tutto sommato “a posto”. Percentuali al di sotto della media nazionale. Anche a Fenice era tutto a posto, nel Pertusillo, a Tito, in Val Basento, all’Arbea, all’Arpab, in Val d’Agri e dove altro volete. Poi scopriamo, sempre per una “botta di culo”, che tutto a posto non è.

Queste contraddizioni ormai quotidiane, nascono per tante gravi ragioni legate a una certa “malapolitica” diffusa. Ma una è particolarmente sottile e, se vogliamo banale o benevola nei confronti dei politici, e riguarda appunto l’approccio ai problemi. Posto un problema sul quaderno, come a scuola, il politico, quando può o quando ormai non può più farne a meno per le pressioni dell’opinione pubblica, si cimenta nella soluzione. Utilizzando dati, vocabolari, calcolatrici e compassi. Con questo approccio, al centro dell’interesse non è la soluzione vera, ma il risultato, qualsiasi risultato che comparato con la procedura diventa verosimilmente una soluzione.

Questo tipo di approccio, si chiama appunto: soluzione dei problemi sul quaderno. In un contesto virtuale, domestico, ovattato, i nostri politici fanno i compiti come a scuola. In tal modo, come lo scolaro che studia il polo nord, per scrivere il tema, senza aver mai visto né toccato un eschimese, il politico di turno studia e scrive di un problema senza aver mai annusato la pelle della gente. Il problema dei tumori, come quello dell’inquinamento, per citarne alcuni, sono problemi sulla pelle della gente. Questa pelle, che parla negli ambulatori, nelle strade, nelle case, nelle scuole, negli ospedali e negli uffici, nelle fabbriche e nelle campagne, racconta di fatti ben diversi e propone soluzioni altrettanto diverse.

Tempo faqualcuno ha dichiarato, altri dati alla mano, che, al contrario di quanto riferisce Martorano, le patologie tumorali in Basilicata sono aumentate e non di poco rispetto ad altre zone, quelle si molto industrializzate del Paese. E’ noto che Fenice ha inquinato. E’ noto che sul territorio sono sparsi rifiuti tossici di ogni genere. E’ noto che l’area industriale di Tito è una pianura di schifezze. E’ noto quanto è accaduto e ancora sta accadendo in Val Basento. Prima che i giornalisti e gli esperti, lo dice la pelle della gente. La pelle dei 160 morti di Pisticci scalo, la pelle dei malati di Ferrandina e del Vulture, la pelle degli agricoltori del Metapontino e dell’Alto Bradano. E ci fermiamo qui.

Dunque cari assessorie politici di ogni contrada, smettetela di fare i compitini sul quaderno e fate la politica a partire dalla realtà vera che è a due passi da quella stanza dove vi crogiolate serenamente nell’attesa che qualche eserto compiacente vi suggerisca la soluzione al compitino della sera. Smettetela di usare i quadernetti e mettete gli scarponi, sporcateli di fango e abbiate il coraggio di affrontare la vita, perché si presume che la scuola dell’obbligo l’abbiate già frequentata. E’ una questione di pelle, cari signori, di pelle umana, non di quella che avvolge prepotentemente la vostra poltrona.