“Ci ammaliamo di tumore. I figli ci muoiono in pancia”

5 novembre 2011 | 00:52
Share0
“Ci ammaliamo di tumore. I figli ci muoiono in pancia”

Sono mamme, lavoratrici, casalinghe. Vivono in una terra nelle cui viscere scorre la ricchezza più ambita, il petrolio. Hanno deciso di unirsi e alzare la voce per denunciare, ancora una volta, i danni che le estrazioni petrolifere stanno causando alla Val d’Agri Si sentono ospiti della loro terra. Sono le donne del comitato “Onda Rosa”. A loro abbiamo chiesto di raccontarci come stanno le cose.

Quali sono le ragioni della vostra protesta?

Siamo un Comitato di donne e mamme – dice Carmela – abitiamo a Viggiano, nei pressi del ‘Centro Oli’. Da mesi ci siamo riunite e organizzate per far sentire la nostra voce; oggi siamo qui a chiedere conto dei danni che il petrolio sta procurando a noi e alla nostra terra e che ogni giorno scontiamo sulla nostra pelle.

Noi abitanti di Viggiano eravamo gli ospitanti dell’‘Eni’ e siamo diventati ospiti in casa nostra: altri decidono per le nostre vite senza curarsi di chiederci alcunché, eppure, siamo noi a vivere lì.

Cosa chiedete con la vostra azione?

Innanzitutto rispetto per le nostre vite e poi che la nostra salute venga tenuta in considerazione, tutelata.

Cosa vi aspettate dai nostri amministratori?

Che facciano qualcosa di concreto per la nostra regione; il problema non riguarda solo Viggiano ma l’intero territorio lucano.  Le royalties vengono spartite in tutta la regione, mentre i malanni sono riservati a noi. Non ne possiamo più di questa indifferenza! Pretendiamo che il monitoraggio ambientale venga fatto e che sia qualificato; intanto non rimarremo ad aspettare, ci siamo già attivati per tutelarci.

Cosa succede a Viggiano? 

Il cattivo odore esalato dal Centro Oli è fortissimo, nauseabondo – aggiunge una delle componenti di “Onda Rosa”– I casi di tumore sono aumentati e di recente tre donne hanno avuto parti prematuri.

A quale distanza dal Centro Oli vi trovate?

A poco più di 500 metri

Che tipo di sistemazione avete?

Abbiamo casa, terreno, vigne che ormai non curiamo più. Tutto è ‘bruciato’. Prima si producevano ortaggi e vino da vendere. Ora la gente non ne vuol sapere; ha paura di comprare i nostri prodotti perché sa che sono coltivati nelle vicinanze del Centro Oli.

Spesso in casa si sentono vibrazioni spaventose, come di trivelle; l’aria è maleodorante al punto da provocare dolori allo stomaco, il rumore è continuo. Il lavoro promesso non è arrivato. Qualcuno ora dovrebbe aiutarci.

Come è stata accolta, a suo tempo, l’installazione del Centro Oli in Val d’Agri?

Nessuno ci ha detto di non costruire casa lì, in vista della realizzazione di questo impianto. Avevamo già le nostre case su quei terreni.

Oggi le vostre case sono svalutate…

Neanche il nostro prezzemolo vogliono più… Purtroppo noi non abbiamo possibilità di scegliere. Tutto ciò che abbiamo si trova lì e lì dobbiamo rimanere.

L’Arpab vi ha rassicurato circa la salubrità dell’aria che respirate?

Dicono che non è tossico, ma noi non ci fidiamo più. Avvertiamo il pericolo…Del resto neanche la gente della regione si fida più dei nostri prodotti. Il danno è enorme per tutti

Chi vi sostiene?

Ci sosteniamo tra viggianesi, abbiamo il supporto di medici volontari, del ‘ Laboratorio per Viggiano’

Quale sarebbe, se poteste scegliere, il vostro desiderio?

Qualcosa che pare proibito chiedere… che il ‘Centro Oli’ venisse smantellato, che l’abuso compiuto su di noi avesse fine… Fiore all’occhiello di Viggiano erano le vigne, il nostro vino era pregiato; ora non lo è più, anzi, qualche viggianese stesso ha smesso di berlo.

Quante aziende continuano a produrre?

Io ho una piccolissima azienda agricola – afferma una delle donne – ma le mie pecore non hanno più il giusto ciclo produttivo: dovrebbero partorire tre volte nell’arco di due anni e invece partoriscono una sola volta all’anno. E’ stato danneggiato anche il commercio del rinomato ‘fagiolo di Sarconi’, che oggi viene accuratamente evitato se proveniente dalle nostre zone. Quando ci fanno visita le troupe televisive di ‘Onda Verde’ e ‘Rete 4’, ho paura ogni volta che venga fuori la faccenda del petrolio, perché immediatamente  farebbe perdere gli acquirenti .

Quanto lavoro ha portato a Viggiano il petrolio?

Il Petrolio, ci dicevano, sarebbe stato una ‘fonte di lavoro’, ma pochissimi sono gli operai che hanno avuto ‘la fortuna’ di andare a lavorare; in piedi, oggi, c’è solo la chimera di essere presi a lavorare per un mese o due, per poi essere licenziati e poi ripresi, sempre per poco, sempre tenuti appesi a un filo.

Avreste accettato di buon grado i disagi che lamentate oggi, se ci fosse stata vera occupazione per tutti?

Ci sarebbe solo una motivazione per sopportare, ma i danni alla salute e alla produzione non sarebbero cancellati

Dei due, sulla bilancia, quale pesa di più? un lavoro ‘sicuro’ o la salute?

La salute; un lavoro non può essere ‘sicuro’ quando lo scotto da pagare è il rischio di contrarre malattie tumorali o essere costretti a mangiare e vendere prodotti inquinati.  E’ un gioco che non vale la candela.