Trecento firme per la moratoria sul petrolio

24 ottobre 2011 | 16:45
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Trecento firme per la moratoria sul petrolio

La tappa di Matera dello “sMemorandum in Camper” – organizzata dal Movimento 5 Stelle e ripresa in diretta da Ola Channel – ha fatto registrare la distribuzione di oltre mille volantini sulle regole inapplicate, in Basilicata, in merito alle estrazioni minerarie, ottenendo in appena 2 ore ben 300 firme sia sulla moratoria sul petrolio, sia sulla proposta di legge regionale per l’adeguamento dei limiti di tolleranza alle emissioni (ai livelli stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità), sia sulla proposta di “5 Stelle” di dimezzare i costi della politica lucana.

In merito a quest’ultima proposta, l’intervento di “5 Stelle” non si è limitato solo a denunciare l’enormità delle rendite mensili degli amministratori lucani, ma anche i costi delle commesse che l’amministrazione pubblica regionale delibera quotidianamente, partendo dalla scandalosa entità delle consulenze erogate, per finire ai 2,5 milioni di euro che la Regione versa ogni anno all’Agrobios Metapontum; una società privata, anche se controllata dalla stessa 
Regione per il 97%, presieduta da un politico (ovvero il sindaco di Matera, Salvatore Adduce) e deputata al controllo delle condizioni ambientali. Un suo recente studio, fatto di carotaggi anche sui sedimenti attorno al Centro oli di Viggiano, durato più di un anno, ha anche “assolto” la struttura dell’Eni affermando che le condizioni ambientali di aria, acqua, suolo e sottosuolo erano “tutt’apposto”. 
Analisi e spese presto smentite dall’Arpab, che ne ha dimostrato l’inutilità dichiarando di aver trovato concentrazioni elevate di toluene, benzene e metalli pesanti nelle falde sotterranee proprio del centro olio di Viggiano. L’Arpab, che è pubblica al 100 %, non sempre ha i finanziamenti necessari per essere messa al meglio della sue possibilità di efficienza, mentre Agrobios – che ha finanziamenti regionali importanti – rischia anche di chiudere.

Nel corso dello “sMemorandum in Camper” materano sono stati anche evidenziati il rischio delle società petroliere di comodo con residenze a Matera e la presenza della concessione mineraria Pizzo Sciabolone, che rasenta l’area della bonifica nazionale della Val Basento, sul lato destro del fiume, e risale fino al territorio di Matera, inglobando l’importante Riserva regionale naturale e bacino idrico di San Giuliano. Importante per l?ecosistema ambientale che si 
è creato al suo interno e perché resta sempre un invaso utilizzato per l’agricoltura dei materani. Le perforazioni minerarie, con le loro sostanze chimiche utilizzate e con i fanghi inquinanti, dovrebbero essere attuate a distanza di sicurezza da ogni invaso o corso idrico, a maggior ragione se di grande funzione socio-ambientale. Alla Conferenza dei Servizi utile a stabilire regole certe con i petrolieri ed il Ministero per lo Sviluppo Economico, l’allora amministrazione di Matera né si è opposta né ha chiesto garanzie di tutela su specifiche e possibili aree sensibili.

Molto rilievo tra la gente, che si è avvicinata ai banchi della manifestazione, ha poi avuto la denuncia degli attivisti dello “sMemorandum in Camper” sui diversi modelli che l’amministrazione pubblica norvegese stabilisce (la Norvegia è il quarto produttore al mondo di petrolio, la cui produzione rappresenta non il 10% del fabbisogno nazionale, come in Italia, ma il 23% del Pil statale). Il paragone, rispetto alla legislazione italiana, non regge, sia per 
quanto riguarda le compensazioni al territorio (in Norvegia si arriva all’80% del valore commerciale dei barili estratti, contro il 7% del nostro Paese), sia per quanto riguarda la costituzione, dal petrolio estratto, di un fondo pensione ai norvegesi (non previsto in Basilicata), i quali, come nascono ricevono ben 60 mila euro a testa (in Italia un neonato si ritrova, invece, con 20 mila euro di debito pubblico ripartito), e sia in regole che limitano le perforazioni (in 
Basilicata si perfora anche nei pressi di dighe, case, paesi, fiumi, campi agricoli e ospedali) e sia in quantità di tasse che le compagnie petrolifere lasciano allo Stato norvegese e dunque ai cittadini norvegesi. [Per ulteriori dettagli su questi aspetti si rimanda al blog ufficiale della prof.ssa Maria Rita D’Orsogna: 
http://dorsogna.blogspot.com/search?q=norvegia+tasse]

Ola (Organizzazione lucana ambientalista)