Prostituzione e ipocrisia

24 ottobre 2011 | 07:46
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Prostituzione e ipocrisia

C’era una volta

Nel 1885 le prostitute censite in Basilicata sono 69. Quelle patentate come le chiamavano a fine 800. Ma i ricercatori dell’epoca ritengono che le prostituzione nella “misera provincia della Basilicata” è sparsa nelle campagne tra i braccianti, dove i coltivatori proprietari usano prostitute non patentate. Figlie e mogli di poveracci che campano alla bisogna grazie alle regalie che le donne portano a casa. Molti figli illegittimi, e molti gli esposti sulle ruote.E’ lo stralcio di un saggio di statistica morale scritto intorno al 1889. I morti per sifilide in Basilicata nel 1884 sono 81 ogni 1000.  Il mestiere esercitato dalle prostitute, prima di essere dichiarate tali dalla polizia, è in prevalenza “serva e cameriera”. Seguono i mestieri di sarte, modiste e cucitrici, lavandaie e stiratrici, attendenti alla cure domestiche. “ Come si vede, il contingente maggiore della prostituzione – scrive l’autore G. Tammeo, – è dato dalle serve e cameriere. Questa classe di persone  non si trova nelle peggiori condizioni finanziarie; ma senza dubbio le serve e le cameriere debbono sostenere giornalmente una vigile difesa alla loro onestà contro le insistenze provocatrici di padroncini scostumati, e contro le seduzioni di ogni maniera dei mariti corrotti. Tornando alla Basilicata, l’autore scrive: “le contadine danno ancor esse un largo contributo alla prostituzione, ma non così come altre classi di operaie, perché non hanno altro incentivo a prostituirsi che il bisogno”.

E adesso?

In Basilicata le serve e le cameriere di un tempo, magari non esistono più. Così come le sarte e le cucitrici. Ma la formula del capetto che seduce la sottoposta o che ci prova appena può, quella esiste eccome. Sono piene le cronache di episodi denunciati di proposte oscene o di veri e propri ricatti sessuali. Nulla a che vedere con la prostituzione. Così come nulla ha a che vedere con la prostituzione i presunti episodi di sesso che si consumano nelle stanze e negli sgabuzzini di ogni tipo di potere. E qui siamo al gossip, ovvero ai “si dice” della malelingue che da queste parti abbondano. Se dovessimo dare credito a queste malelingue scopriremmo amanti insospettabili negli uffici degli enti regionali, negli ospedali e negli uffici della aziende sanitarie. Nelle direzioni generali di aziende pubbliche e private.  Se dovessimo dare credito al gossip più estremo saremmo costretti ad ammettere che nelle stanze della politica soffia un vento caldo di “erotico piacere”. Berlusconi e compagni insegnano, beati loro, anche se sono nei guai per due culetti freschi. Non sarà prostituzione, ma di certo è un bel regalo che spesso taluni personaggi del potere accettano volentieri e di fretta senza neanche pensarci un secondo. E spesso si tratta di personaggi che fanno la morale agli altri. Ma andiamo a vedere la prostituzione “vera” quella dei comuni mortali.

Tasche vuote e pantaloni irrequieti

Le tasche dei lucani sono sempre più vuote. In quasi tutti i settori economici la regione soffre ma la prostituzione è in controtendenza, a dispetto del fatto che le “tariffe” del sesso a pagamento hanno registrato aumenti anche del 40%. Il costo di una prestazione tipo oscilla dai 50 euro (su strada)  delle straniere,  fino ai 500 euro e passa (in appartamento o albergo) delle italiane di fascia “alta”. I clienti si possono dividere in tre fasce di età: 25% diciotto-venticinque anni, 45% venticinque-cinquant’anni e 30% oltre cinquanta. Gli ultracinquantenni -quasi sempre con maggiori disponibilità finanziarie- amano le comodità: si recano negli appartamenti delle “professioniste” (anche insospettabili studentesse e casalinghe). Sono le nuove contadine che “non hanno altro incentivo a prostituirsi che il bisogno”. Ma fra le casalinghe ci sono anche le nuove cucitrici e modiste che come nell’800: sono di bella vita, vittime del moderno, come farfalle dorate corrono dove possono gustare un godimento, suggere come meglio sanno, il méle e le fragranze della vita, e così dimenticare in un’ora di tripudio, le privazioni della povera famiglia, la sofferenza di un lavoro estenuante.

I dati recenti sulla prostituzione delle straniere in Basilicata

Leggendo gli ultimi dati di uno studio del Gruppo Abele, scopriamo che in Basilicata le prostitute straniere attive sarebbero da 335 a 505, di cui la metà su strada e l’altra metà al chiuso. Tra queste ci sarebbero almeno 12 minorenni (al 2005)  tutte al chiuso. La nostra stima sulle minorenni è oggi di almeno 25. La condizione delle persone vittime di sfruttamento sessuale appare sempre più  grave e preoccupante.  E’ stato infatti costante negli anni  l’arrivo di ragazze nuove, giovanissime, in fuga da situazioni di povertà e sofferenza, con grandi aspettative di vita e benessere. Il fenomeno della prostituzione ha subito dunque in questi anni alcuni mutamenti sia rispetto alla provenienza delle vittime, sia rispetto ai luoghi in cui viene esercitata la prostituzione. La maggior parte delle vittime della tratta e della prostituzione forzata provengono dall’Africa, soprattutto Nigeria e dai Paesi dell’Europa orientale,  ma negli ultimi anni si è notato un aumento di persone che provengono dai Paesi Sud Americani e dall’Asia, in particolare Cina e Thailandia. Rispetto ai luoghi, è da segnalare come lo sfruttamento non avvenga più solo sulla strada, ma anche “indoor”, all’interno di locali notturni e di appartamenti.

I clienti chi sono?

I clienti sono essenzialmente di due tipi: quelli che ricorro­no alle escort, termine usato per definire le accompagnatrici di lusso oppure le ragazze che si prostituiscono in appartamento, e i clienti delle prostitute che lavorano sulla strada oppure dei trans. È difficile fare un identikit del cliente medio data la trasversalità della popolazione che si rivolge alle prostitute. Molti pensano che coloro che vanno con le prostitute sono uomini che hanno problemi sessuali oppure che hanno una vita solitaria, ma in realtà sono tanti quelli che hanno una vita sociale normale, sposati, con figli e un buon livello di istruzione.

Perché vanno a prostitute?

Quindi quali sono le motivazioni che spingono un uomo a pagare una donna per fare sesso? Una delle preoccupazioni degli uomini è conquistare. Non si sa quanto ciò dipenda dagli stereotipi, dalla necessità di dimostrare la propria virilità o da una mancanza di autostima, sta di fatto che molti uomini hanno la necessità di avere rapporti sessuali con altre donne nonostante siano già impegnati. Per coloro che invece non hanno una relazione stabile il rapporto sessuale con una prostituta permette di evitare coinvolgimenti emotivi e sentimentali e allo stesso tempo di soddisfare le proprie necessità e le proprie fantasie. Questa soluzione diventa patologica nel momento in cui la persona vi fa ricorso per rifuggire l’universo femminile “normale” per difficoltà di interazione e di confronto, rinforzando un senso di isolamento sempre maggiore. Per la tipologia di maschio che ricorre alle prostitute per problemi sessuali, il problema insorge laddove egli faccia cilecca anche in questo contesto e si trovi ad essere deriso e preso in giro dalla donna che ha pagato. In questi casi la reazione può essere di una maggiore chiusura in se stesso oppure può sfociare in una rabbia che può scatenarsi contro la prostituta che, nei casi più gravi, diventa vittima di tale violenza. L’uomo che decide di cercare una prostituta con cui fare sesso in qualche modo è come se andasse a “caccia” risvegliando l’istinto predatorio. L’uomo già assapora il piacere con la fantasia e inizia ad esempio a girare in macchina, guardando le varie prostitute e ripassando anche più volte in cerca della propria “preda”, come un cacciatore che perlustra il terreno prima di attaccare la vittima. In alcuni casi il piacere di cacciare e scovare la preda può essere anche più appagante rispetto all’atto sessuale. Tra le altre motivazioni che spingono gli uomini a fare sesso con le prostitute c’è il bisogno di dominare, di umiliare la donna con l’idea che questo dimostri la propria superiorità di maschio. In questo gli uomini sono influenzati dalla visione di film pornografici dove la prerogativa è quella della donna sempre disponibile a fare sesso e pronta a farsi sottomettere e umiliare, anche attraverso pratiche sessuali estreme e perverse che l’uomo non chiederebbe mai alla propria compagna (De Luca, 2009). Forse le fantasie erotiche dei clienti delle prostitute, come quella di interpretare un film porno, possono spiegare in parte il successo delle molte fiere dell’erotismo sorte negli ultimi anni. Anche la prostituzione va di pari passo con la modernizzazione della società e allora ecco che molti uomini anziché cercare le prostitute in strada, le cercano nelle chat. La prostituzione, il mestiere più vecchio del mondo, purtroppo rimarrà tale perché riesce ad adattarsi ai cambiamenti della società, alle sue tante perversioni, ai mutamenti dovuti alla tecnologia e alla frenesia del mondo moderno.

(Pubblicata sul numero 9 di Basilicata24 in edicola da sabato 22 ottobre)