“La politica lucana gioca con la salute dei cittadini”

3 ottobre 2011 | 13:01
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“La politica lucana gioca con la salute dei cittadini”

La Ola (Organizzazione lucana ambientalista) esprime la propria solidarietà a tutte le maestranze impiegate presso l’inceneritore Fenice di Melfi e a tutti i lavoratori impiegati nello stabilimento Fiat-Sata adiacente l’impianto della EDF, dopo l’ennesimo grave incidente verificatosi domenica 2 ottobre. A quanto si apprende da fonti di stampa si è trattato di un incendio sprigionatosi da fusti di rifiuti speciali provenienti dalla stessa Sata.

La cronaca parla di sei ore di lavoro, impiegate dai Vigili del Fuoco, per domare le fiamme, i quali hanno fatto intervenire anche la squadra NBCR, specializzata in incidenti che coinvolgono sostanze chimiche, biologiche e radiologiche. L’incidente è stato catalogato come episodio non isolato. Immediato anche l’intervento dell’Arpab che ha prontamente tranquillizzato su possibili pericolose dispersioni in atmosfera e danni per ambiente e popolazioni.

La nostra Organizzazione, alla luce di quanto avvenuto, chiede a società ed organi preposti di sapere se il piano di emergenza interno sia stato attuato, se le maestranze siano state tutelate dall’eventuale inalazione o esposizione ai gas sprigionati dall’incendio, le quantità bruciate e la loro tipologia. All’Arpab, 
invece, viene sollecitata la pubblicazione dei dati delle rilevazioni effettuate, riferiti alle ore successive l’incidente.

Davvero ammirevole la solerzia dei tecnici nostrani quando si tratta di coprire l’ennesimo disastro provocato a danno dei cittadini e dell’ambiente; solerzia che non abbiamo certo riscontrato quando si sarebbero dovuti pubblicare i dati sui monitoraggi tenuti ben nascosti sin dal 2002. Le falle nel sistema interno di controllo e di sicurezza dell’impianto sono ormai sotto gli occhi di tutti, sull’inquinamento provocato non possono ancora avanzarsi dubbi, ma sui riflessi che tutto questo comporterà negli anni a venire sulle comunità e sull’ambiente nessuno può ancora esprimersi. Eppure, ancora qualche giorno fa, un rappresentante della ASP ha affermato candidamente che non esiste, ad oggi, alcuna connessione riconosciuta tra l’attività dell’impianto e lo spaventoso aumento di casi di malattie tumorali della zona, perché in assenza di uno studio epidemiologico che vada ad approfondire questa connessione.

Eppure, a margine del Consiglio comunale aperto a Lavello (del 22 settembre 2011), l’assessore all’ambiente della Provincia di Potenza, Massimo Macchia, ha ribadito che la concessione dell’autorizzazione provvisoria data a Fenice a fine 2010, è stato un atto dovuto e previsto dalla legge. Solo una domanda, assessore, esiste davvero una legge che consente, a chi inquina, di continuare a farlo a danno di ambiente e cittadini? Non sarebbe forse il caso di prendersi la responsabilità di salvaguardare i cittadini e non l’operato di un’azienda? E ancora, nello stesso Consiglio comunale, l’attuale commissario unico dell’Ato Basilicata ha avanzato la proposta di liberare l’Arpab da ogni legame con la politica, ma sono bastate solo alcune ore perché l’assessore all’ambiente della Regione, Agatino Mancusi, legasse a doppia mandata la stessa Arpab alla politica facendola dipendere da una conferenza permanente composta da 22 membri tra politici e tecnici, alla faccia della snellezza e affidabilità!
L’immagine, deprimente, che ne viene fuori è quella di una politica lucana cieca e sorda di fronte alle legittime denunce e richieste dei cittadini, sorda e cieca di fronte ai rischi a cui sono sottoposti giornalmente in primo luogo i lavoratori dell’intera zona industriale di San Nicola di Melfi e poi i cittadini lucani. Tanto sordi e ciechi paiono i politici e tanto attivi e solerti i tecnici di Arpab e dei vari Dipartimenti regionali quando si tratta di rassicurare che nulla sia successo, coerentemente con le rassicurazioni che arrivano dalla Val d’Agri, dalla diga del Pertusillo, e così via discorrendo. Gli amministratori lucani tutti e gli enti designati alla tutela della salute e dell’ambiente stanno dando la peggiore immagine di sé.

La OLA auspica che, nell’ottica di un minimo recupero di credibilità di questi soggetti, la commissione di inchiesta che “dovrebbe” essere varata nel Consiglio regionale del 4 ottobre 2011, sia costituita di personalità di altissimo livello e di indiscussa affidabilità, scollegata dal sistema di connivenze regionali. Un?altra, un’ennesima debacle sarebbe davvero inaccettabile.


OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista)