Fenice, “Mancusi copre i responsabili del disastro”

5 ottobre 2011 | 12:38
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Fenice, “Mancusi copre i responsabili del disastro”

“Scusatemi se sarò lungo” oltre che inconcludente in poche parole è il sunto dell’intervento in Consiglio regionale dell’assessore all’Ambiente Agatino Mancusi nella seduta del 4 ottobre. Inconcludente nella sua chilometrica relazione sull’inceneritore Fenice, oltre due ore di parole su innumerevoli fogli di carta nei quali non vi si trova traccia di una parolina magica ovvero “Responsabilità”. Mancusi ha dimostrato come si può parlare senza dire nulla, come si può fare cronaca spicciola senza affrontare la “Storia” della vicenda. Due ore di non trasparenza, utilizzate per non dire nulla tranne una banale cronologia sulla vicenda Fenice e connesse autorizzazioni legislative rilasciate.
Ma la responsabilità di quanto accaduto di chi è? A questo Mancusi non ha risposto e volontariamente, in perfetta continuità con il metodo adottato da quindici anni di potere di centrosinistra. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensasse e cosa diceva il camaleontico Mancusi, quando militava nell’opposizione con Forza Italia e la stessa UdC nell’ultima legislatura. L’ho dichiarato in Consiglio, in privato e in pubblico con i giornalisti: sono rimasto esterrefatto nel non sentire la parola Responsabilità. Dalla relazione passa un messaggio molto chiaro di voler coprire gli atteggiamenti omissivi e le mancanze sia politiche che burocratiche di questi anni. Nelle due ore di “sofistica mancusiana” non si è compreso se in Basilicata ci siano controllati e controllori sulle questioni ambientali previsti da una normativa certa e sostenuta da una volontà politica di salvaguardare la salute dei cittadini e la tutela della natura. Abbiamo scoperto invece del “metodo a ping- pong istituzionale”, dove Politica e Enti Politicizzati si rimpallano le relative manchevolezze e errori. Per Mancusi la colpa è dell’ARPAB, che per i controlli previsti dalla legge in tutti questi anni non ha inviato all’assessorato competente le informazioni sulla situazione ambientale. Dieci anni di mancate comunicazioni a sottolineato Mancusi, ma nonostante il principio della continuità amministrativa l’attuale Assessore non ha detto nulla, come se si potessero cancellare perchè è cambiata Giunta e composizione. Come nulla ha detto sui silenzi della Regione Basilicata che in un “Paese Normale” doveva mettere subito in mora l’Arpab ed immediatamente dopo, dato che l’Arpab è un ente strumentale della Regione i cui vertici sono nominati direttamente dalla Giunta, approfondire le vicende, appurare le responsabilità e licenziare chi non svolgeva con oculatezza il suo dovere. Invece nulla di tutto questo; anzi ricordo all’opinione pubblica che anche nell’era Mancusiana ogni volta che l’opposizione ha posto l’attenzione su problemi di sicurezza ambientale le risposte sono state vaghe come sul Pertusillo ove ci fu detto che era tutto sotto controllo oppure come su Fenice non rispondendo affatto alle interrogazioni consiliari.
Quindi tante falsità, tante reticenze, tante omissioni che tentano anche oggi di coprire con l’assenso “pilotato” e partorito dopo due ore di scontro nel Soviet di maggioranza – tra chi proponeva una commissione di inchiesta e chi invece la teme e preferiva una “normale” commissione- e l’impegno, ad obbligare la Fenice alla bonifica e ad una sua ottimale organizzazione anche sul campo della sicurezza ambientale. Peccato che tutto questo doveva essere gia stato fatto qualche anno prima e che la bonifica non è una concessione o un impegno ma un obbligo prima etico e poi anche normativo.
Ieri ho provato profonda vergogna per una classe dirigente, oggi è conclamato con i fatti, che ha tradito i lucani lavorando contro la loro sicurezza e la loro salute.
Mancusi, dimenticando il suo recente passato, nel suo biblico intervento ha indossato le vesti di Ponzio Pilato delle sinistre lucane, con una difesa dei suoi predecessori e di tutta una classe di funzionari regionali e dell’Arpab che male hanno fatto e male hanno operato.
Vergogna l’unico sentimento che provo ancora oggi.

Potenza 5/10/2011

Gianni Rosa