Rischia di perdere tutto per un prestito

23 settembre 2011 | 13:55
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Rischia di perdere tutto per un prestito

Una donna che ha trovato il coraggio di denunciare il suo strozzino ha permesso ai carabinieri di Matera, a seguito di accurata indagine disposta dalla Procura della Città dei Sassi, di individuare ed arrestare un 43enne incensurato del posto, Paolo Andrisani, nei confronti del quale pendono gravi indizi di colpevolezza per i reati di usura e tentata estorsione ai danni della donna.

Tutto ha inizio con il solito prestito.  La signora trovandosi in difficoltà e dovendo estinguere un debito di 35mila euro si era rivolta, nel dicembre 2010 ad Andrisani il quale le aveva prestato il denaro, in men che non si dica, e con l’obbligo di restituzione entro il 15 gennaio 2011, le avrebbe chiesto, come garanzia, titoli bancari per un ammontare complessivo di euro 49.000, pattuendo in tal modo la corresponsione di interessi usurari pari all’esorbitante tasso del 347% circa, nettamente superiore al limite fissato per legge.

Minacce e intimidazioni. Da qui ha inizio la spirale creditizia in cui è finita la vittima la quale, approssimandosi la data di estinzione del debito e non riuscendo a reperire i 49mila euro, ha più volte richiesto al suo strozzino di temporeggiare ulteriormente. Richieste alle quali l’arrestato ha risposto con un fermo diniego, intimorendo ulteriormente la vittima riferendole che gli amici creditori a cui lui stesso si era rivolto per la somma prestata non potevano più aspettare, facendole altresì percepire che si trattava di gente poco raccomandabile, gravitante in ambienti della malavita pugliese, attraverso il racconto delle vessazioni riservate da queste persone ad altra donna colpevole di aver ritardato il pagamento. Con queste velate minacce l’usuraio, oltre ad impaurire fortemente la donna, ha cercato anche di farle intendere che laddove non avesse reperito la cifra si sarebbe dovuta trovare una soluzione alternativa consistente o nel contratto di vendita di immobili di proprietà della vittima, con promessa successiva rivendita in suo favore a debito estinto, o nella cessione di quote societarie di un’azienda agricola di cui la signora è titolare.

L’epilogo. Evidente, dunque, il tentativo da parte di Angrisani di incrementare ulteriormente i propri ricavi sfruttando l’evidente drammatico stato di bisogno e la debolezza, nonché soggezione, psico-fisica della vittima, affondandola in una spirale debitoria che avrebbe trovato fine solamente nel momento in cui si fosse riusciti a togliere ogni bene, mobile/immobile, alla donna. Solo l’esasperazione della signora ha fatto sì che la stessa trovasse il coraggio di denunciare la vicenda ai carabinieri di Matera che hanno avviato l’indagine conclusasi con l’arresto dell’uomo. Paolo Andrisani è stato posto in regime di arresti domiciliari.

L’importanza della denuncia. L’importante risultato operativo costituisce anche favorevole occasione per ribadire un messaggio già lanciato ai cittadini da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Matera: denunciare il proprio stato di bisogno e la conseguente costrizione al pagamento di interessi usurari è l’unico modo per uscire da una situazione altrimenti estremamente pericolosa per le ripercussioni sul piano psico-fisico ed economico in cui versano, spesso abbandonate, le vittime. Soprattutto in questo particolare momento di pesanti ristrettezze economico-finanziarie che affliggono il panorama nazionale, il fenomeno dell’usura acquista vigore interessando tanto il privato cittadino quanto le aziende, stroncando ulteriormente le possibilità di crescita e sviluppo del territorio. I Carabinieri, pertanto, rivolgono un invito anche alle associazioni di categoria ed agli organismi ed enti assistenziali che operano nel settore elargendo fondi a sostegno delle vittime a consolidare ulteriormente, in uno sforzo sinergico comune, i già stretti legami con le Forze di Polizia per un contrasto serrato e d’insieme del fenomeno delittuoso, sperando che sempre in più casi la spirale di sofferenza arrecata dagli strozzini si ritorca contro loro stessi, prontamente perseguiti, come il boomerang che ha dato il nome all’operazione dei Carabinieri di Matera.