Otto barili di acqua pulita per un barile di petrolio.

24 settembre 2011 | 14:39
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Otto barili di acqua pulita per un barile di petrolio.

Otto barili di prezioso “oro blu” per ogni barile di petrolio estratto A Paterno per parlare di acqua e delle contraddizioni che esistono tra l’estrazione di petrolio e il consumo di acqua necessaria all’attività minerariaRapporto  che a nessun ente istituzionale o politico conviene raccontare ai lucani perché, per estrarre un barile di greggio, che contiene 159 litri di “oro nero”, si sprecano ben 8 barili di acqua, ognuno dei quali a sua volta contiene 159 litri di “oro blu”.  È facile farsi i conti di questo disavanzo ulteriore nell’affair petrolio: all’attuale produzione dell’Eni/Shell di Viggiano, di 91 mila barili di greggio al giorno, il territorio lucano consegna ai petrolieri ben 728 mila barili di acqua. Moltiplicato per 159 litri circa, fa un consumo di 115 milioni e 752 mila litri di acqua al giorno. Per 365 giorni all’anno fa l’impressionante cifra di 42 miliardi 249 milioni e 480 mila litri di acqua, divisi per mille litri contenuti in un metrocubo, fa 42 milioni di mc. di buona acqua lucana.
Come se consegnassimo ai petrolieri l’equivalente di un quarto della diga del Pertusillo, un decimo di quella di Senise. Se la produzione arriverà, come sancito dal Memorandum di Vito de Filipppo e Guido Viceconte, solo a Viggiano intorno ai 160/170 mila barili al giorno, più la messa in produzione della Total dal 2014 di altri 50 mila litri di greggio al giorno, ecco che è come se consegnassimo quasi tutta la diga del Pertusillo e un terzo di quella di Senise ai petrolieri. I quali, di rimando, versano nel sottosuolo lucano acqua di scarto, reflui, fanghi tossici, metalli pesanti, toluene, benzene, polimeri di varia natura, forse isotopi radioattivi (da tempo si chiede all’Arpab l’analisi dei fanghi per escludere la presenza di isotopi radioattivi), sia con i pozzi di reiniezione che con le attività di perforazione che di prospezione e ricerca.
Col risultato che nei fondali dell’Agri, nell’invaso del Pertusillo ed in alcune sorgenti limitrofi ai pozzi si trovano, come certificato da laboratori privati, metalli pesanti ed anche idrocarburi, e nelle falde sottostanti il centro oli di Viggiano, come certificato dalla stessa Arpab, toluene e benzene scomparsi miracolosamente” nel giro poi di un mese. Dalle cui falde è inevitabile che confluiscano nel circuito dell’acqua dell’Agri, che è uno dei bacini idrici più importanti del Sud Italia, fornendo acqua per uso potabile anche ai 4 milioni di pugliesi. Insomma, regaliamo acqua buona e “grazie alle estrazioni petrolifere” ed all’assenza di una adeguata depurazione ci ritorna acqua inquinata a caro prezzo, visto il non ritorno economico dalle attività minerarie che, tra promesse occupazionali e speranze di investimenti vari, non hanno sollevato né il Pil regionale né il benessere delle famiglie e delle imprese lucane, le une e le altre sempre più indebitate e a
rischio emigrazione/chiusura.   Lo sMemorandum in Camper, della Ola, Organizzazione lucana ambientalista e di No Scorie Trisaia, invitato a Paterno dal Comitato
“Sor Acqua”, domenica 25, dalle 18 alle 22, aprirà il suo megafono per amplificare con l’associazione di Paterno la denuncia di questa grande contraddizione del consumo dell’acqua, una risorsa economica vitale della Basilicata: proprio a Paterno infatti il Comitato “Sor Accua” si è battutto per evitare che l’ENI prelevasse la preziosa acqua potabile dalle sorgenti locali per far funzionare il centro olio di Viggiano.
OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista)
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