La Slovacchia dice no all’aiuto alla Grecia

7 settembre 2011 | 13:01
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La Slovacchia dice no all’aiuto alla Grecia

La questione del debito pubblico e delle sue possibili soluzioni divide per l’ennesima volta l’Eurozona. La Slovacchia ha deciso di posticipare a dicembre la possibile approvazione del Fondo europeo di stabilità finanziaria (FESF), provocando inquietudine a Bruxelles che spinge verso una rapida adozione delle misure per la soluzione della crisi finanziaria.

Martedì 6 settembre, il capo del Parlamento slovacco, Richard Sulik, ha dichiarato che “il suo paese si sforzerà di ritardare il voto sul rafforzamento del FESF e sulla creazione di un meccanismo permanente salvastati (ESM)”. Già precedentemente, Bruxelles aveva esortato Bratislava a votare rapidamente il piano del 21 luglio per il secondo aiuto alla Grecia, che deve essere ratificato da tutti i paesi dell’UE.

Anche all’interno della politica slovacca, però, ci sono divisioni: da una parte c’è l’attuale capo della diplomazia slovacca ed ex primo ministro, il liberale Mikulas Dzurinda, che considera la ratifica del FSER “un dovere per la parte responsabile del paese”. Dall’altra parte Sulik ritiene che “l’unica soluzione sia che la Grecia si dichiari fallita e che l’Italia cominci a fare economia. Più del 70% dei cittadini -secondo Sulik -si oppongono al prestito alla Grecia, all’Italia e agli eventuali altri paesi in default”.