La politica dello struzzo e del respiro corto
Ascolto spesso critiche del tipo “i politici sono incapaci”. Invece, certi politici sono capaci di tutto, persino di nascondere la verità a se stessi. Si chiama Fenice la sintesi di tutti i mali di questa Regione. Un inceneritore diventato la metafora della mala politica, della cattiva gestione, della furbizia cinica di chi pensa al proprio esclusivo futuro politico, fregandosene della vita dei cittadini. Lo scandalo di questi giorni, e cioè le bugie reiterate sull’inquinamento del termovalorizzatore Edf, deve farci riflettere seriamente su certa politica. Ma soprattutto sull’idea di sviluppo che qualcuno non ha mai avuto della Basilicata. Niente idee, ma una continua grottesca reazione agli eventi esogeni che hanno determinato pesantemente la storia degli ultimi 20 anni. Il petrolio, per esempio, non è una brillante invenzione di chi ci ha governato, ma è un’esistenza a prescindere. Di conseguenza la politica ha programmato, ha legiferato, ha gestito risorse. Ma niente risultati. Anzi molti danni. La Fiat non è stata un’invenzione della politica lucana, ma un’imposizione generata da altre cause “ di forza maggiore”. Di conseguenza la politica, anche qui, ha programmato, ha legiferato, ha gestito risorse. Con quali risultati? Zero. Lasciamo da parte le risorse europee, lasciamo da parte la gestione della rete idrica, dell’energia, delle coste e delle infrastrutture. Non abbiamo altro tempo da perdere per dire, alla fine, che il fallimento è totale. Mai un’idea seria. Nessuno ha mai dato un’identità allo sviluppo. Male oscuro della politica lucana è il radicamento fortissimo di un approccio al governo che guarda all’immediato anziché al futuro. Il proprio naso è l’indicatore fondamentale della strada, cortissima, da percorrere ogni volta che bisogna mettere mano alle decisioni. Una delle prove di questo approccio è la Fenice. La politica dello struzzo, del rinvio, delle bugie, a danno grave per la gente, è l’esempio di come la classe di governo abbia pensato esclusivamente a se stessa. La politica del “prima o poi qualcuno ci toglie dai guai” è perdente. Chi non pensa sul lungo termine, deve aspettarsi che dopo dieci anni la bomba scoppia. Ed è scoppiata. Bisogna smetterla di immaginare le politiche di sviluppo come un gioco dell’oca. Bisogna smetterla di agire alla giornata in base ai propri immediati comodi. Non si è agito in tempo, come si doveva, sulla questione Fenice. Non si è agito in tempo, come si doveva, sulla gestione integrata dei rifiuti. Si è agito male nella gestione delle risorse del petrolio e dell’acqua. Questo oggi vuol dire mancato avvio di processi concreti di sviluppo, spreco di risorse pubbliche, danni gravi alle popolazioni. Ritardi colpevoli su tutti i fronti. Insomma un disastro, un vero disastro colposo. Però, tutto questo ha garantito la sopravvivenza e le carriere di un personale politico senza scrupoli. Davvero capace di tutto.
(Pubblicato sul n. 5 del giornale d’inchiesta Basilicata24 in edicola sabato 24 settembre 2011)