Il Sud malato di disoccupazione. La Basilicata peggiora

28 settembre 2011 | 08:13
Share0
Il Sud malato di disoccupazione. La Basilicata peggiora

L’esercito degli emigranti senza valigia di cartone, ma con il computer.  In 600.000 vanno via dal sud. Nel meridione lavora solo un giovane su tre. Intanto la Basilicata peggiora
Basilicata il Pil è sceso di 1,5 punti rispetto all’anno precedente. Il saldo migratorio registra un -2,1. L’export ha subito un calo del 5,3%  e gli occupati scendono del 5%.
Mezzogiorno

Nel 2010 gli occupati in Italia sono stati 22 milioni 872mila unita’, 153mila in meno rispetto al 2009, di cui 86.600 nel solo Mezzogiorno. “Ma la vera e propria emergenza e’ tra i giovani. Nel Mezzogiorno, il tasso di occupazione giovanile (15-34 anni) e’ giunto nel 2010 ad appena il 31,7% (nel 2009 era del 33,3%): praticamente al Sud lavora meno di un giovane su tre. Situazione drammatica per le giovani donne, ferme nel 2010, al 23,3%, 25 punti in meno rispetto al Nord del Paese (56,5%)”. È quanto emerge dal Rapporto 2011 dello Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno.


Dal brain drain, cioe’ dalla ‘fuga dei cervelli’, il drenaggio di capitale umano dalle aree deboli verso le aree a maggiore sviluppo, siamo ormai passati al brain waste, lo ‘spreco di cervelli’, una sottoutilizzazione di dimensioni abnormi del capitale umano formato che non trova neppure piu’ una valvola di sfogo nelle migrazioni”.


“Dal 2000 al 2009 583mila persone hanno abbandonato il Mezzogiorno. A livello locale, le perdite piu’ forti si sono registrate a Napoli (-108mila), Palermo (-29mila), Bari e Caserta (-15mila), Catania e Foggia (-10mila). Colpiti anche Torre del Greco (-19mila), Nola e Aversa (-11mila), Taranto (-13mila). Ad attrarre manodopera, Roma (+66mila), Milano (+50mila), Bologna (+31mila), Reggio Emilia, Parma e Modena (+13mila), Bergamo e Torino (+11mila), Firenze e Verona (+10mila)”.


Negli ultimi tempi, pero’, secondo quanto risulta allo Svimez per la crisi si inizia a non partire piu’.


“Nel 2010- infatti- i pendolari di lungo raggio da Sud a Nord sono stati 134mila, di cui 121mila diretti al Centro-Nord e oltre 13mila all’estero. Nel biennio 2008-2010, per effetto della crisi, i pendolari di lungo raggio si sono ridotti del 22,7%, in valori assoluti circa 40mila in meno del 2008. Pur diminuendo in valori assoluti, e’ cresciuta pero’ la componente laureata: dal 2004 sono stati il 6% in piu’ del totale, a testimonianza dell’incapacita’ dell’area di assorbire manodopera qualificata.