Il salto della quaglia

4 settembre 2011 | 10:32
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Il salto della quaglia
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Il salto della quaglia
Il salto della quaglia
Il salto della quaglia

Nel lessico gergale, politico e giornalistico, l’espressione “salto della quaglia”, indica il cambiare partito  politico senza farsi troppe preoccupazioni (voltagabbana). Abbiamo scovato le prime quaglie
Nel numero in edicola da sabato 3 settembre, del settimanale Basilicata24 – il giornale d’inchiesta – sveliamo alcuni dei  casi, recenti e più eclatanti in Basilicata.
A cominciare da Franco Mollica che, i primi vagiti li ha consumati nella lista dell’Asinello. E’ approdato nei verdi, facendo il leader,
il consigliere regionale e l’assessore collocandosi “convintamente”, come direbbe Cetto La Qualunque, a sinistra. Passando per
la Federazione di Centro che dal nome parrebbe essere un movimento o un partito collocato nel mezzo, è approdato al Movimento per
le Autonomia che, sembra si colloca più agevolmente a destra. Ma il nostro grande politico Mollica, ripete spesso di essere ancora
 un democristiano dentro anche se, a volte preferisce far sapere, che è ancora un verde fino all’osso. Certo non è al verde.

Rosa Mastrosimone. La espertissima assessora regionale alla formazione, la troviamo agli albori della carriera direttamente infilata nell’Udeur di Mastella. Le disgrazie del politico di Ceppaloni, portano un nutrito gruppo di militanti lucani a costituire un altro Partito:
Popolari Uniti di Tonino Potenza. Qui la nostra Rosa si fa strada. Ma poi la strada si fa stretta e tortuosa, e allora via per un’altra in discesa. Salto della quaglia in grande stile. La Mastrosimone salta sul carro dell’Italia dei valori, come una principessa attesa da chissà quanto tempo. Non ci risulta che gli ideali di Mastella e quelli di Di Pietro fossero affini.

Massimo Maria Molinari
Il nostro avvocato consigliere Comunale, già vice sindaco di Potenza con l’Udeur e poi con i Popolari uniti, è stato fulminato
sulla via di Tonino Di Pietro, in una regione dove l’Idv  prende tutto senza sconti, purché abbia odore di voti. Il salto di Molinari
è stato una vera acrobazia da esperto di arte circense.

Vilma Caterina Mazzocco.  Entra in politica affacciandosi direttamente sul terreno elettorale. Mette a ferro e fuoco mezzo mondo per essere candidata parlamentare alle politiche del 2008 in una posizione sicura. Ci prova col PD, attraverso i canali della ex Margherita. Riceve un’offerta per il terzo posto in lista, ma non ci sta. Vuole una postazione sicura, magari il secondo posto. Insiste anche con l’UDC di Casini. Ma niente di fatto.  L’amaro in bocca si insedia quando la Zamparutti dei radicali, candidata al terzo posto in Basilicata, viene eletta. Chi troppo vuole nulla stringe. Studia e realizza strategie per essere candidata presidente della Basilicata nel partito di Berlusconi. Il Pdl quasi ci casca. Ma alla fine un nulla di fatto. Magari si è trattato di una tattica per alzare il prezzo dall’altra parte. Elettoralmente non ha dimostrato
ancora niente.  Altri calcoli la portano a sposare la nuova formazione di Rutelli, l’Api, e si contratta un posto da assessore esterno con
la Giunta De Filippo, Centro Sinistra. Spaventata dalle competizioni elettorali preferisce i percorsi in ombra. Che cosa si deve fare per
 gli ideali! Mazzocco è maestra nei salti bassi della quaglia.
Roberto Falotico. Democristiano approdato nella Margherita, passando dal Partito Popolare. Finito nel PD, fa l’assessore all’agricoltura nella prima Giunta De Filippo,  uscito dal PD, fonda i DeC (Democratici e Cattolici) e viene rieletto consigliere regionale nel 2010.  Oscilla
tra il centro, la sinistra e la destra, in cerca di un approdo nazionale. Fino a deporre uova di speranza nel cosiddetto Terzo Polo.
Angelo Laieta. Consigliere Comunale a Potenza. Ex socialista, ex udeur, ex popolari uniti, attuale capogruppo del Movimento di Falotico.
Un bel percorso impregnato di ideali e di spirito di servizio.

Che dire?
L’arena politica appare sempre più un ring dove, oltre l’ultimo round, i pretendenti alla poltrona si combattono senza risparmiarsi
colpi bassi. Le motivazioni ideali, nel migliore dei casi, fanno da contorno. Nel peggiore, lasciano completamente il posto a calcoli
cinici sviluppati sulla testa dei cittadini. I partiti politici appaiono sempre più società per azioni nelle quali chi possiede pacchetti
(azionari di consenso elettorale) fa la voce grossa. Pacchetti azionari che come alla Borsa di Milano vengono ceduti o acquistati,
a seconda delle convenienze, da altri partiti-aziende. E noi elettori, cittadini, continuiamo a regalare a questa gente il nostro consenso
che, al mercato dei voti, viene sistematicamente svenduto e tradito. Imparate cari lettori che spesso , alcuni politici, sono sì dalla parte
dei cittadini, ma dalla parte posteriore.