


A Filiano si è appena conclusa la trentanovesima edizione della sagra del pecorino, ma il prodotto non è ancora diventato un fattore di traino per lo sviluppo del territorio
Nonostante i passi avanti compiuti, basti pensare alla denominazione di origine protetta, nel convegno che ha inaugurato la sagra di quest’anno – Progetti di filiera: opportunità per i prodotti del territorio? – non si è celebrato un successo. Il settore zootecnico è in difficoltà. “I progetti di filiera potrebbero rappresentare un’opportunità, ma occorrono chiarezza e garanzie”, cosi’ Zucale, presidente del Consorzio di Tutela del pecorino di Filiano. “Perchè una filiera funzioni bisogna aumentare la competitività delle imprese, facendo interagire i soggetti che la compongono e favorire il ricambio generazionale, creando gratificazione”, ha spiegato Bochicchio, direttore del dipartimento di prevenzione dell’ Asp, che ha poi continuato: “In Basilicata vi è una notevole quantità di prodotto primario, ma solo l’8% viene trasformato”. “Puntare sulle aziende e i caseifici che ci sono, risolvendo tra l’altro il problema dell’anticipazione del costo del latte, visti i tempi lunghi degli incassi dovuti alla stagionatura” è quanto ha sottolineato Samela, rappresentante legale del Pif territoriale del pecorino di Filiano. Le problematiche emerse sono state riconosciute dal presidente della Regione, Vito de Filippo, il quale, pur riconoscendo la validità del progetto legato al pecorino, che la Regione sosterrà, ha anche lamemntato una mancanza di fondi per questo settore, escludendo quelli comunitari.