“Il lato comico dell’assessore Mancusi: la riforma dell’Arpab”

30 settembre 2011 | 13:28
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“Il lato comico dell’assessore Mancusi: la riforma dell’Arpab”

La gestione dell’assessorato all’Ambiente di Agatino Mancusi è sempre più simile all’epopea di fine monarchia del Borbone Franceschiello. In un sol giorno Mancusi ha scaricato il suo dipartimento, nel tentativo di salvarsi dalle proprie responsabilità in tema di gestione dell’ambiente lucano (inquinamento Fenice, inquinamento Centro oli di Viggiano, moria di pesci nel Pertusillo e nel Basento, rischio contaminazione Itrec in Trisaia e piani ingegneristici delle 
perforazioni minerarie non resi pubblici), affermando che in “Regione non ci sono le competenze”, partorendo pertanto una farraginosa riforma dell’Arpa di Basilicata che rasenta il ridicolo. Riforma con la quale ha dimostrato la diretta discendenza culturale dell’assessore dal famoso ammiraglio borbonico passato alla storia con l’ordine di “Facimme ammuina”.

In attesa di leggere il disegno di legge “Mancusi”, l’assessore dovrebbe spiegare meglio a cittadini e movimenti il significato del “fondo rotativo con funzioni di sponda per finanziamenti esterni”: è una privatizzazione dell’ente o una possibilità di renderlo due volte dipendente, dalla politica e da finanziatori esterni? E poi, non si è mai vista una riforma strutturale di un ente importante a costo zero. La Regione non ha soldi, come ampiamente dimostrato negli anni scorsi in merito alle dotazioni di strumenti e mezzi all’Arpab? Storni i 2,5 milioni di euro che ogni anno dà a un ente privato come l’Agrobios Metapontum per esprimere ugualmente la filosofia del “tuttapposto” e rimpingui le professionalità e i mezzi dell’ente totalmente pubblico Arpa di Basilicata, il cui incerto servizio di questi anni è dovuto alla mancanza di mezzi e alla sua dipendenza politica, non certamente alle professionalità che vi lavorano, le 
quali – se già non sono messe in condizioni di lavorare con Regione, Provincie, Comuni ed Ente parchi – non si capisce come riusciranno, anche se “a titolo oneroso”, a “prestare la loro opera anche in favore di altri soggetti non pubblici”.

Ma l’apoteosi della confusione gestionale dell’assessore Mancusi del quale la Ola (Organizzazione lucana ambientalista) e No Scorie Trisaia 
chiedono da tempo le sue dimissioni per sottovalutazione dei rischi ambientali di molte attività promosse dalla sua gestione sta nell’aver imbrigliato, con il nuovo ddl, il già politicamente incatenato ente regionale per l’ambiente di Basilicata, che adesso dipenderà da una “Conferenza permanente”. Un nuovo organismo, insomma, composto dal governatore, dai due presidenti delle Provincie, da due consiglieri regionali, da cinque sindaci supportati da un Comitato tecnico scientifico (a sua volta composto dai quattro dirigenti regionali dei dipartimenti), da due tecnici provinciali, da tre delle Usl, da due docenti universitari e da due rappresentanti di enti di ricerca, più l’assessore! Sono ben 22 persone per un ddl che l’assessore Mancusi ha il coraggio di definire come un mezzo per rendere “un’agenzia più snella e affidabile, che si muove in un quadro di efficienza tecnica e di corretta comunicazione più snella ed 
efficiente”. Totò non avrebbe saputo inventare un’ilarità spontanea di tale portata, mentre Mancusi sembra spostarsi dalla propensione esasperata 
alle “cabine di regia”, alla scenografia vera e propria di palcoscenici di cartapesta. Come a Cinecittà! Si dimetta, prima che la “Libia domestica” – infelice e offensiva espressione del governatore minerario Vito De Filippo – si ricordi del suo lato selvatico e presenti il conto alla sua classe politica per un piano energetico che nelle casse di imprese e famiglie non porta un centesimo, ma solo problemi all’ambiente a alla salute. E debiti che sconteremo in 
prestazioni sanitarie!

OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista)