Fenice inquina: le preoccupazioni dell’Arpab

14 settembre 2011 | 19:12
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Fenice inquina: le preoccupazioni dell’Arpab

Gli ambientalisti avevano ragione. Il termodistruttore di San Nicola di Melfi emana veleno. L’area circostante il termodistruttore Fenice è inquinata, soprattutto per la presenza di fluoruri nelle acque profonde. La conferma è emersa da un incontro nella terza Commissione del Consiglio regionale della Basilicata in cui si è svolta l’audizione del segretario dell’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente (Arpab), Raffaele Vita. I controlli avvengono ogni mese e prendono in esame circa 70 parametri (in passato erano 15). «I risultati delle indagini compiute sino a questo momento – ha detto Vita – destano preoccupazione in quanto superano i parametri di soglia. Abbiamo verificato che nelle acque di processo vi è la presenza di floruri, sostanze che abbiamo riscontrato anche nelle acque profonde». L’inquinamento dell’area circostante il termovalorizzatore non è una novità per gli ambiantalisti lucani, che da sempre denunciano una situazione al limite dell’emergenza.  Ora bisogna capire come si correrà ai ripari. Sperando che si possano ancora riparare i danni causati all’ambiente e alla salute dei cittadini. Nei giorni scorsi si è riunito a Melfi un tavolo tecnico tra il Comune, la società Fenice, il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, la Provincia di Potenza, l’Asl e l’Arpab. In quell’occasione è stata indicata la scadenza perentoria del 18 ottobre per completare il Progetto di bonifica.