Facebook: elemento di distrazione o aiuto scolastico?

20 settembre 2011 | 12:51
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Facebook: elemento di distrazione o aiuto scolastico?

Non dirimerò qui dell’importanza o meno di comunicare attraverso quello che è considerato uno dei social network più “famosi” nel mondo ma, data la vastità dell’argomento, cercherò di approfondire solo un aspetto di esso e precisamente quello che riguarda paure e ansie dei genitori sull’uso di questo mezzo durante il periodo scolastico.

Ormai vengono assegnate tesi di laurea sul fenomeno e gli psicologi studiano la “deconcentrazione” provocata da facebook. “Al rientro dalle vacanze è entusiasta, è sempre attento in aula, studia a casa con piacere”. Quale genitore non sogna una tale ripresa delle attività scolastiche per i propri figli?. A turbare questi sogni e speranze arriva Facebook, una casa trasparente, un po’ come un test proiettvo: condividiamo parti di noi con gli altri e ci guardiamo mentre lo facciamo.

Fb e scuola: un’accoppiata vincente, lo dice una ricerca. Interi pomeriggi trascorsi su Facebook e tempo ridotto per lo studio? Non è negativo se usato in maniera utile e positiva! La stragrande maggioranza dei genitori, e soprattutto i più ansiosi, non daranno credito a questa notizia che, invece, ha basi scientifiche. A confermarlo arrivano, come al solito, degli esperti dagli U.S.A. che mettono in evidenza come gli studenti che utilizzano Facebook avrebbero prestazioni scolastiche migliori. Il tutto viene facilmente spiegato con la constatazione che  se una volta in caso di difficoltà si telefonava al secchione di classe, oggi lo stesso è raggiungibile più praticamente attraverso i Social Network, potendo creare un gruppo di discussione per ripassi di gruppo, etc..

Il problema principale è il tempo che viene dedicato a scrutare le pagine del social network. Troppo, forse, per riuscire a conciliare dovere e piacere. Così si entra per sbirciare  un paio di post, ma poi intervengono altre variabili, come le chat, che portano a prolungare indefinitamente il tempo della pausa. Lo sa bene chi purtroppo sviluppa delle vere e proprie patologie, come in Giappone i cosiddetti Hikikomori, che si chiudono in casa, non vanno più a scuola e vivono solo sul Web.

Una riflessione che rigiro ai genitori preoccupati. “Non è che invece di essere Facebook la causa dello scarso rendimento, è una conseguenza della scarsa attenzione dei ragazzi? Utilizzando una metafora sarebbe come dire: “Portarsi l’ombrello aumenta la probabilità che piova, perché quando molte persone hanno l’ombrello molto spesso piove”.

Personalmente mi rifaccio ai saggi latini e vi lascio con questa mia considerazione: “In medio stat virtus”! A voi la parola dell’esperienza!