Acqua, la Basilicata dice no alla Puglia

21 settembre 2011 | 22:27
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Acqua, la Basilicata dice no alla Puglia

Il Consiglio regionale della Basilicata ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che «boccia» il progetto di raddoppio della canna del Sinni finanziato con il Fas della Puglia. Il Cipe ha infatti approvato un progetto per una nuova linea di adduzione dell’invaso di Montecotugno a Senise (Potenza) per incrementare le disponibilità di acqua della Puglia ma in Basilicata è scoppiata la polemica in quanto l’invaso del Sinni (Montecotugno) si trova su territorio lucano. L’Assemblea ha invitato la Giunta regionale lucana «a sostenere in ogni sede e modo che per queste ragioni ogni pretesa di implementazione dei flussi, anche mediante la realizzazione di nuovi vettori per il trasferimento della risorsa idrica lucana, prefigurata dal progetto del raddoppio della canna del Sinni, non può essere condivisa sia per conclamate e accertate ragioni di sostenibilità tecnica e ambientale, sia per il persistere di un quadro tuttora transitivo che va tuttavia definito dentro un’aggiornata formulazione dell’Accordo di Programma». Secondo il Consiglio, inoltre, c’è «l’esigenza – si legge nel documento – di affidare ad un Soggetto gestore – che veda la piena e diretta partecipazione delle Regioni e anche dello Stato – dell’accumulo e della distribuzione che funga da garante e da titolare delle grandi scelte di pianificazione».

La risposta della Puglia non s’è fatta attendere. «Esprimo compiacimento sul fatto che il Consiglio regionale della Basilicata si sia accorto, all’unanimità, della necessità di regolare la gestione delle risorse idriche nell’ambito di un contesto nazionale, per meglio regolare i trasferimenti e la gestione della risorsa idrica». Lo afferma l’assessore alle Opere Pubbliche della Regione Puglia, Fabiano Amati, in merito al dibattito svoltosi oggi nel corso della riunione straordinaria della massima assemblea lucana e all’ordine del giorno approvato. A proposito di alcune affermazioni dell’opposizione lucana, Amati afferma che questi esponenti, sostengono che la Puglia ed Acquedotto Pugliese sono debitori di 46 milioni di euro nei confronti della Basilicata. L’affermazione è frutto di scarso profitto in matematica», prosegue. «Acquedotto pugliese è debitore della Regione Basilicata per 10 milioni di euro, per l’ultimo esercizio contabilizzato dalle due regioni, ed Acquedotto lucano è debitore di Acquedotto pugliese per quasi 500 mila euro. Non abbiamo pagato sinora perchè è in corso un proficuo lavoro di definizione del valore della componente ambientale dell’acqua per i diversi usi (industria, potabile, agricoltura). Ciò significa, che l’acqua è risorsa naturale preziosa e in esaurimento, per cui qualsiasi utilizzo diverso dal potabile e dall’agricoltura deve essere pagato di più, come opportunamente deciso all’unanimità dal Comitato europeo delle regioni in sede di approvazione del parere richiesto dalla presidenza dell’epoca, ungherese, al Presidente Vendola».