Ricatto a preti gay, spuntano i filmini hard

9 agosto 2011 | 17:20
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Ricatto a preti gay, spuntano i filmini hard

 L’arma del ricatto erano filmini hard.  Almeno tre sono quelli trovati nella memoria dei cellulari. Emerge un nuovo particolare dall’inchiesta partita dal tribunale di Lagonegro e che ha portato a galla un giro di estorsione a 12 sacerdoti

I filmini usati per il ricatto. Un nuovo particolare emerge dall’inchiesta sui ricatti a sacerdoti omossessuali smascherati dalla procura di Lagonegro. I nuovi elementi emergono dalla Procura di Isernia, dove nel frattempo è stata trasferita l’inchiesta. Ci sarebbero tre filmini a luci rosse, girati con il cellulare, ed usati dagli estorsori per convincere le loro vittime a pagare. Intanto nuovo interrogatorio di garanzia, a Isernia, per Diego Maria Caggiano, di Tonrimparte (L’Aquila) e Giuseppe Trementino, di Bagnoli del Trigno (Isernia), i due uomini arrestati in Basilicata. Un atto dovuto dopo che l’inchiesta stata trasferita dal Tribunale di Lagonegro (Potenza), che ha dichiarato la propria incompatibilità, al Tribunale di Isernia perché il reato più grave, l’avvenuta estorsione, si sarebbe consumata in Molise.

Le vittime: preti adescati su Facebook. Nei personal computer dei due indagati è stato trovato anche altro materiale, come tracce di avvenuti pagamenti da parte dei preti attraverso poste pay. Uno dei preti vittima delle estorsioni, prima di denunciare i due si era recato a Bagnoli del Trigno (Isernia), dove i due indagati vivevano, per parlare con il prete del piccolo centro molisano e assumere informazioni. Nello stesso giorno si rivolse ai carabinieri della locale caserma per denunciare l’estorsione. Caggiano e Trementino adescavano preti dell’Emilia Romagna, Lazio, Molise e Puglia attraverso Facebook per poi minacciare di rendere pubblica la loro omosessualità se non avessero pagato.