Le Uattenniere di San Fele, nei boschi tra magia e realtà

4 agosto 2011 | 12:27
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Le Uattenniere di San Fele, nei boschi tra magia e realtà
Le Uattenniere di San Fele, nei boschi tra magia e realtà
Le Uattenniere di San Fele, nei boschi tra magia e realtà

A San Fele, sono lì da sempre. Sottratte alla vista immediata. Immerse nei boschi. In tutta la loro forza indomita, scorrono inesorabili…come il tempo. Al viandante curioso, si mostrano nella loro atavica bellezza. La cascata madre domina sulle altre due, poste più in basso. Il viandante si ferma. Ascolta. Si meraviglia di cotanta selvaggia e incontaminata natura. Si abbandona ai sensi, in silenzio. E nel silenzio sente lo sciabordare dell’acqua che dall’altura si tuffa con impeto nel lago. Un vento leggero accarezza gli alberi che filtrano i raggi di sole. Una dimensione atemporale lo investe e lui si gode il momento: é tutto suo, é sacro. Sa, però, che deve tornare alla civiltà. Ma promette di ritornarvi.

Le Cascate “Uattenniere”

Il Comune di San Fele, situato su un’altura di circa 800 m. sul livello del mare, conserva tra i suoi boschi numerose cascate. Tre soltanto sono accessibili per la visita guidata. Sono chiamate “Uattenniere” dal termine dialettale che indicava le valchiere, mulini ad acqua situati presso le cascate. Presenti sin dal ‘700, gli apparati ingegnosamente costruiti per convogliare l’acqua che muoveva la macina, erano sfruttati anche per muovere i magli. Essi servivano per battere la lana. Oltre agli strumenti artigianali necessari per sfamare il popolo, anche l’industria manifatturiera! Oggi sono visibili i ruderi.

I volontari

Il merito per aver divulgato la presenza del tesoro naturale e storico del piccolo comune lucano, é da attribuire ai membri dell’Associazione volontaria “Cascate di San Fele”. Costituitasi da non molto tempo, é riuscita a sistemare il luogo per renderlo fruibile ai turisti e a promuovere una serie di iniziative per stuzzicare la curiosità della gente… Come sempre e ancora una volta sono le passioni dei singoli che muovono “le cose del mondo”. Non le stanze del potere.