Libero Grassi, imprenditore morto per affermare la libertà di uomo e la dignità di cittadino
Nella metà degli anni ’80 iniziano i problemi con la criminalità organizzata. Grassi riceve una telefonata di minacce alla sua incolumità personale, se non pagherà una certa somma a due emissari che gli presenteranno per riscuotere: egli rifiuta di pagare. La prima conseguenza del suo rifiuto è il rapimento di Dick, il cane lasciato a guardie degli stabilimenti della SIGMA, che verrà poi restituito in fin di vita.
Dopo poco tempo, due giovani a volto scoperto tentano di rapinare le paghe dei dipendenti della fabbrica: saranno identificati e arrestati grazie ad alcuni dipendenti di Grassi. Ma in cuor suo Libero sa che è solo l’inizio, poiché la sua azienda, terza leader italiana nel settore della pigiameria, con un fatturato di sette miliardi, non può non suscitare gli appetiti dei malavitosi palermitani.
Il 10 gennaio 1991 Libero Grassi fa pubblicare al “Giornale di Sicilia” una lettera nella quale motiva razionalmente il suo no all’ennesimo ricatto estorsivo: ”….. Volevo avvertire il nostro ignoto estortore che non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia…..se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al “Geometra Anzalone” e diremo no a tutti quelli come lui”.
L’imprenditore rifiuta l’offerta di una scorta personale, ma consegna simbolicamente alle forze di polizia le quattro chiavi dell’azienda, chiedendo così protezione per gli stabilimenti della SIGMA.
Alla fine di maggio una giornalista tedesca Katharina Burgi, della rivista “Nzz Folio”, viene invitata a Palermo per trarre impressioni e notizie sul fenomeno della mafia. Tra le persone che incontra vi è Libero Grassi, l’imprenditore divenuto famoso, in Europa e Usa, per aver rifiutato pubblicamente di cedere al ricatto che gli imponeva la mafia. La giornalista rimane colpita dalla forza interiore di Grassi. Egli appare deciso a lottare per la difesa dei propri interessi, con la speranza che il suo esempio sia, per tanti altri siciliani rassegnati dinanzi alla forza della mafia, l’inizio di una ribellione pacifica che sottragga il nome della Sicilia alle accuse di mafiosità.
Libero Grassi viene assassinato il 29 agosto 1991 alle ore 7:30 del mattino. La stampa locale nazionale farà di lui un martire della resistenza al “regime” mafioso.
L’11 settembre il Parlamento Europeo approva una risoluzione, in cui manifesta profonda indignazione per l’assassino dell’imprenditore palermitano ed esprime il proprio commosso cordoglio ai familiari della vittima.