
Uno degli aspetti più drammatici della presenza dei lavoratori stagionali impiegati nei campi del Vulture-Alto Bradano è senza dubbio quello del caporalato
Lo sanno bene i diretti interessati. E lo sanno bene le associazioni territoriali, che, da anni, provano a risolvere definitivamente il problema.
Il caporalato. L’obbiettivo delle associazioni e degli enti coinvolti è proprio quello della legalità. In pratica si sta tentando di spezzare il legame che c’è fra produttori, caparolato e lavoratori attraverso un’intesa che vede coinvolte non solo le associazioni ma anche enti come la Provincia e il Centro per l’impiego e l’agricoltura. Il nodo cruciale è il fatto che oggi i caporali non sono più necessariamente i produttori italiani, ma sono sempre più immigrati già stabiliti da tempo in Italia che fanno da tramite con i proprietari terrieri. Queste persone sono difficili da individuare.
L’obbiettivo. Si sta lavorandoa un accordo legale fra tutte le parti coinvolte, in modo che i lavoratori stagionali, non siano più soggetti alle regole del caporalato, ma che possano vedere garantite, anche parzialmente a proprie spese, delle condizioni umane di vita decenti attraverso regolari contratti di lavoro. Ovvero trovare degli accordi con i produttori in modo che si impegnino anch’essi a garantire ai propri lavoratori assistenza e delle sistemazioni umane e sostenibili. Otto i punti chiave dell’intesa in cui le parti coinvolte saranno chiamate a collaborare ognuna per le proprie specifiche competenze.
I punti dell’intesa
Unità territoriale sociale
Fornitura acqua potabile
Assistenza sanitaria
Assistenza Giuridico/amministrativa
Intermediazione lavorativa
Fornitura di prima accoglienza (beni di prima necessità)
Trasporti
Monitoraggio