Quanti fatti taciuti subiscono i cittadini, inconsapevoli, attraverso comunicati stampa, dichiarazioni ufficiali, analisi di esperti? Troppi
Quando ero appena adolescente, d’estate sfidavo i miei amici: “scommettete che ballo con la luna?” Prendevo un secchio, lo riempivo di acqua e cercavo il punto esatto in cui la luna appariva di riflesso nell’acqua del secchio. Appena catturata l’immagine nel recipiente, mi fermavo e parlavo alla luna, la accarezzavo, la baciavo. Ruotavo il secchio sottobraccio e facevo ballare la luna. Ma il solito presuntuoso mi riprendeva: “ma dai quella non è la luna, quella è l’immagine riflessa!” Ed io replicavo: vuoi dire che la mattina quando ti guardi allo specchio quello dall’altra parte non sei tu? Questa piccola storia mi ricorda che la gente è cresciuta in modo diverso in questi decenni. Tante persone hanno continuato a ballare con la luna. Hanno cercato nella semplicità dell’immaginazione l’incanto della vita. Queste persone hanno fatto della loro esistenza un percorso di idee e di idealità. Per loro, fare è soprattutto dare. Agiscono inseguendo la bellezza, cercando l’autenticità delle cose e trovandole in un semplice sorriso, o nel coraggio delle idee. Tante altre persone hanno continuato a vedere e a credere nelle immagini riflesse, si sono lasciate avviluppare nel pensiero calcolante. Un pensiero per cui tutto è calcolabile. Queste persone sono continuamente occupate a cercare ciò che è utile. Loro non pensano, loro fanno i calcoli. Per loro, fare è soprattutto avere. Spesso non hanno idee, ma sanno fare i calcoli giusti per accaparrarsi utilità. Per loro la luna è un satellite della terra, niente di più. Ed è vero. Ma chi, come noi, vede nella luna sogno e incanto, immaginazione e bellezza, stupore e amore, afferma un’altra verità. Una verità diversa, ma umanamente più bella e più vera. Il giornalismo che vuole informare avvicinandosi alla verità dei fatti, non può fare i calcoli, ma deve avere il coraggio delle idee, deve saper ballare con la luna. L’immaginazione e il paradosso sono una chiave fondamentale per scoprire i fatti e per cercare la verità. Certo bisogna scrupolosamente documentare, ma ai documenti ci si arriva immaginando che esistano. Il calcolo spesso calpesta la verità in nome dell’utilità. “E’ utile che i cittadini non sappiano, è utile e ragionevole che certe notizie non vengano diffuse”. “E’ conveniente raccontare i fatti in modo tale che la gente non si spaventi”. Quanti fatti taciuti subiscono i cittadini, inconsapevoli, attraverso comunicati stampa, dichiarazioni ufficiali, analisi di esperti? Troppi. L’inchiesta di questa settimana, sulla gestione dei rifiuti, è un esempio eclatante di questa realtà. I lucani vivono nell’emergenza rifiuti da dieci anni, ma una classe politica accorta e calcolante si è guardata bene dal farsi scoprire. Sono stati bravi a calcolare l’utilità di tenere nascosta sia l’emergenza, sia la mancata attuazione del Piano di gestione dei rifiuti. L’utilità di chi? E’ stato utile anche spendere miliardi di euro senza quasi ricavare un ragno dal buco? Forse. Però, si potrebbe almeno smettere di spendere quattrini nei settori ad alta intensità di capitale e a scarsa intensità di lavoro. Sarebbe un passo avanti, magari due.