Crisi del Camastra: Cronaca di una morte annunciata
“Nessuna risposta, a meno di quella sull’apertura delle paratie, è stata data alle numerose domande che avevamo formulato nelle nostre precedenti lettere alle Istituzioni”
Anche se siamo stati definiti “gente ignorante che parla senza sapere ciò che dice” da un Presidente che probabilmente ritiene di guidare una caserma piuttosto che una Regione e che di conseguenza i suoi sottoposti (i cittadini) non abbiano diritto di parola neanche per difendere il loro accesso ad un bene indispensabile come l’acqua, l’aver partecipato alla conferenza stampa del 31 ottobre è stato davvero utile. Abbiamo scoperto che siamo seduti su una bomba e non lo sapevamo: il Camastra è una diga isolata, ossia è l’unica delle dighe lucane ad uso anche potabile che non sia collegata ad altri invasi.
La progettazione originaria del sistema delle dighe lucane prevedeva la creazione di sottosistemi di dighe interconnesse tramite collegamenti la cui funzione era quella di consentire che, in caso di default o svuotamento di una diga (per manutenzione o altro), le altre le subentrassero allo scopo di non interrompere mai l’erogazione dell’acqua. (schema invasi pubblicato sul sito della sezione lucana dell’Autorità di Bacino dell’Appennino Meridionale) Questi collegamenti per il Camastra non sono mai stati realizzati e quindi essa è l’unica diga lucana in cui non è possibile eseguire opere che ne richiedono lo svuotamento senza privare dell’acqua tutti i cittadini serviti. Ecco spiegati i mancati interventi protratti per decenni che hanno causato un enorme accumulo di fanghi sul fondo; di conseguenza la capienza della diga si è ridotta così tanto che, sebbene essa possa nominalmente contenere 32 milioni di metri cubi d’acqua, all’inizio del 2024, prima che iniziasse la precipitosa riduzione del volume invasato, ne conteneva soltanto 9 milioni: diventa quindi urgente intervenire per ripristinare la capienza totale.
È forse quest’urgenza la causa della precipitosa riduzione di acqua avvenuta a partire da metà maggio? In quel periodo si è forse deciso, visto che la diga era ormai quasi vuota, di completarne lo svuotamento per avviare i lavori nonostante i collegamenti con le altre dighe del sottosistema non fossero stati realizzati? È possibile che le Istituzioni, in tal caso, non abbiano pensato alle conseguenze devastanti di una simile decisione, tenuto conto che la corretta soluzione a tutta la questione (collegamenti) era disponibile e conosciuta? E soprattutto come mai nell’attivarla si è temporeggiato così tanto da arrivare alla gravissima situazione attuale? A proposito della precipitosa riduzione di acqua, in una nostra precedente lettera alle Istituzioni avevamo chiesto se ad essa abbiano contribuito anche delle aperture delle paratie della diga.
In conferenza stampa è stata data un’implicita risposta affermativa al quesito dal direttore tecnico di Acquedotto Lucano ing. Gravino il quale ha affermato che l’intervento si è reso necessario in quanto le norme in vigore impongono di far fuoriuscire una parte dell’acqua invasata quando il suo livello interno supera una soglia prestabilita. È immediato chiedersi come sia mai possibile che questo livello venga superato con la diga praticamente vuota! Siamo ormai nel regno dell’improbabile: neanche la fantasia di Kafka sarebbe arrivata a tanto! Bisogna comunque riconoscere che noi “cittadini ignoranti” alle semplici spiegazioni derivanti dalla condizione del Camastra come diga isolata non avevamo pensato, ma è per questo che esistono le Istituzioni Pubbliche, come ha tenuto a dirci il Presidente Bardi giovedì mattina stigmatizzando le nostre scorse richieste di chiarimenti pubblicate dalla stampa: le Istituzioni esistono per fare il bene dei cittadini, per soddisfare i loro bisogni. E allora? Le Istituzioni Pubbliche sapevano fin dal 1970, anno di entrata in esercizio della diga, che la realizzazione di pochi chilometri di collegamento fra il Camastra ed altri invasi avrebbe consentito di mantenere in efficienza tutto il sottosistema di dighe senza mai interrompere la fornitura e, nonostante questo, non si sono mai attivati.
Neanche Bardi, che guida la Basilicata fin dal 16 aprile del 2019, ha mai preso in considerazione un problema di estrema rilevanza come l’accesso all’acqua di ben 29 comuni della Regione da lui amministrata, fra cui lo stesso capoluogo. Ma a lui cosa importa? Lui se ne va a Napoli e non ha problemi di acqua perché a Napoli, fino all’elezione del Sindaco Manfredi, il Servizio Idrico Integrato è stato gestito da ABC (Acqua Bene Comune), l’unica Azienda Speciale Pubblica che sia stata costituita in Italia nel rispetto del risultato referendario del 2011. A Napoli non ci sono problemi di acqua. I problemi li abbiamo qui, dove fra una ventina di giorni avremo toccato il fondo e non solo metaforicamente: avremo proprio toccato il fondo fangoso del Camastra perché l’acqua invasata sarà finita. Ecco come le nostre istituzioni fanno il bene dei cittadini. Ora la situazione è questa: dal 25-26 novembre il Camastra non avrà più acqua e, se non si riusciranno ad attivare in fretta e furia soluzioni provvisorie per alimentare i nostri rubinetti, potremo ricorrere solo ad autobotti, taniche e sacchetti, con buona pace del sacrosanto diritto di tutti i cittadini ad accedere ad un servizio pubblico fondamentale come questo. Situazione paradossale in una regione tanto ricca di acqua da avere sullo stemma i suoi quattro fiumi principali, ma tant’è! Né si può dire che non ci fossero fondi per realizzare i collegamenti, visto che siamo stati informati del vero e proprio profluvio di finanziamenti già stanziati dallo Stato o già richiesti dagli organi Regionali. Tanto il Presidente Bardi quanto l’Assessore alle Infrastrutture, Reti Idriche, Trasporti e Protezione Civile Pepe ed il rappresentante di EGRIB ci hanno parlato dei numerosissimi ed ottimi interventi in corso o previsti per migliorare ed adeguare invasi e reti idriche.
A questo vanno aggiunti anche i consistenti fondi previsti da Acque del Sud che, come EIPLI, non era presente. Come mai, fra tutte queste apprezzabilissime iniziative, non si è data assoluta priorità ai collegamenti fra il Camastra e le altre dighe del sottosistema, tanto più indispensabili ora che il trend delle precipitazioni è destinato a peggiorare progressivamente in concomitanza con l’aggravarsi della crisi climatica? La Regione dovrebbe piuttosto affrettarsi a redigere un Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, visti anche gli eventi estremi che si moltiplicano sul pianeta. Quanto al Camastra, le Istituzioni sapevano bene che sul capoluogo di Regione e su altri 28 comuni pendeva una vera e propria spada di Damocle che a breve si sarebbe abbattuta sul loro capo: come mai non hanno preso alcun provvedimento? Oggi, oltre a quanto già attuato per prolungare di qualche settimana l’erogazione dell’acqua ai rubinetti (Camastrino e pontili per prelevare l’acqua al centro del Camastra), le azioni in corso per affrontare nell’immediato l’emergenza, da quanto comunicato, sono queste: – – – Ricerca di nuovi pozzi nelle aree limitrofe ed in particolare in val d’Agri. Il pozzo principale individuato è quello del Ginestrone (150 lt/sec) che potrebbe diventare operativo entro 8-10 giorni Ripristino del potabilizzatore di Tito Sbarramento (forse permanente) sul Basento, deviazione delle acque verso il Camastra con circa 4 Km di tubazioni e sollevamento verso il potabilizzatore di Masseria Romaniello (20 giorni circa). Dunque a causa della situazione di emergenza dovremmo bere l’acqua del Basento? Un’acqua che, se lo sbarramento venisse effettuato a valle dell’abitato di Potenza, avrebbe costeggiato l’area industriale di Potenza con i suoi innumerevoli inquinanti e, quel che è peggio, anche l’area industriale di Tito classificata come SIN (Sito di Interesse Nazionale), ossia come uno dei 42 siti più inquinati d’Italia, che necessiterebbe di una bonifica la quale, invece, latita da molti anni? Quale potrebbe mai essere la qualità di un’acqua piena di contaminanti di ogni genere che, con ogni probabilità, i potabilizzatori non potrebbero neanche eliminare? E si utilizzeranno tecnologie sufficientemente avanzate per trattare un’acqua che, se bevuta o utilizzata per cucinare o per lavarsi (anche per lavarsi, perché il contatto con la pelle può essere anch’esso deleterio) potrebbe determinare l’insorgenza di tumori e malattie letali? Davvero dovremmo accettare una soluzione simile a causa dell’emergenza e delle sue cause? E quali sarebbero le conseguenze ambientali di uno sbarramento permanente su tutto il territorio interessato dal corso del fiume fino alle spiagge del metapontino, già fortemente erose dalle mareggiate e che potrebbero risultare ancor più depauperate dei materiali che alimentano la formazione ed il mantenimento dell’arenile?
In conclusione, diventa sempre più evidente l’enorme responsabilità delle Istituzioni Regionali nell’averci portato tutti ad una condizione di emergenza che si sarebbe potuta evitare se solo, nel tempo, ci fosse stata previdenza e programmazione, se si fosse adottata quella “diligenza del buon padre di famiglia” che dovrebbe caratterizzare le Istituzioni le quali esistono, come ha giustamente detto Bardi, per fare il bene del cittadino. Oggi non ci si parli più di catastrofe: questa è piuttosto la cronaca di una morte annunciata! Nota finale: Nessuna risposta, a meno di quella sull’apertura delle paratie, è stata data alle numerose domande che avevamo formulato nelle nostre precedenti lettere alle Istituzioni pubblicate dalla stampa ed aspettiamo ancora le convocazioni degli incontri urgenti con il Presidente della Regione, il Prefetto di Potenza ed il Presidente della Provincia che avevamo richiesto. Cogliamo l’occasione per ribadirne con forza la richiesta.
I firmatari
Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Basilicata Alleanza Verdi Sinistra AVS Rifondazione Comunista di Basilicata M5S Basilicata Potere al Popolo Basilicata La Basilicata Possibile Resistenza Popolare Gruppo Consiliare “Brienza Bene Comune” CGIL Potenza USB Basilicata COBAS Scuola Basilicata Coordinamento No Triv Basilicata Coordinamento Democrazia Costituzionale Rivista Valori WWF Potenza e Aree Interne EHPA Liberiamo la Basilicata Pax Christi – Punto Pace di Potenza ARCI Basilicata Associazione Carta di Venosa Laboratorio di Educazione alla Pace Potenza Opposizione Studentesca d’Alternativa (OSA) Basilicata Cambiare Rotta Basilicata Ambiente e Legalità Matera Macondo Officine Culturali Potenza LucaniaWorld OdV Naturempatia APS Difendiamo le Terre Joniche Con.Pro.Bio Ce.St.Ri.M. Centro di Studi e Ricerche sulle Realtà Meridionali Libera Val d’Agri Libera Vulture Alto Bradano Comitato di Scopo Contro l’Autonomia Differenziata ANPI provinciale di Potenza A.Ba.Co. Basilicata: Associazione di Base dei Consumatori Basilicata