A Lagopesole tornano le Giornate Medioevali
Il 13 ottobre il borgo normanno svevo si ritroverà in un viaggio a ritroso nel tempo
Chiunque arriverà nel borgo normanno-svevo di Lagopesole il 13 ottobre si ritroverà in un viaggio a ritroso nel tempo, quando il rosso maniero federiciano spiccava su un promontorio boscoso, quasi da favola, guardando verso il vulcano del Vulture, perso nella Valle di Vitalba e verso la Puglia Piana. Il visitatore si ritroverà magicamente nella metà del 1200 e incrocerà il proprio cammino con il “notaro” Jacopo da Lentini, oppure con Leonardo Fibonacci e il suo genio matematico oppure con Michele Scoto, indagatore degli astri e consigliere del Puer Apuliae.
Di certo vedrà Hermann Von Saltza, Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici, lo “scomunicato” che aveva guidato con successo la crociata, terminata con un accordo diplomatico tra lo Stupor Mundi e il sultano Malik-al-Kamil, recuperando la Città Santa, Bethlemme, Nazareth e San Giovanni d’Acri, che portò all’anatema dello svevo normanno da parte del Papa Gregorio IX… E ammirerà lo Stupor Mundi Federico II Staufen, scortato dalla guardia saracena di Lucera di Giovanni Moro nel maniero rosso fortificato dai suoi antenati Altavilla, assieme alla amata Bianca Lancia e al figlio prediletto Manfredi, futuro Re, nato a Venosa e ricordato anche da Dante nella sua Divina Commedia. Ritornano le atmosfere e le suggestioni della corte dell’Imperatore Federico grazie al corteo storico organizzato con il contributo della Regine Basilicata dall’ U.N.L.A. (Unione
Nazionale per la lotta contro l’Analfebetismo) di Lagopesole in collaborazione con il Comune di Avigliano ed il patrocinio del Ministero della Cultura – Musei e parchi archeologici di Melfi e Venosa .
L’U.N.L.A, di Castel Lagopesole e I Cavalieri di Bianca Lancia, faranno ritornare Lagopesole agli antichi fasti svevi, quando lo Stupor Mundi soggiornava nel maniero per distrarsi e riposarsi dalle fatiche del Regno e dell’Impero. Nel pomeriggio per le stradine del borgo medioevale risuoneranno le melodie delle chiarine e il ritmo dei tamburini, sarà il segnale che l’Imperatore sta arrivando nella “domus” di Lagopesole. Dal Cortile maggiore di questo “locum solaciorum” (come amava definirlo l’Imperatore stesso) con il solenne ingresso dello “Stupor mundi” accolto da squilli di tromba e da una serie di spettacoli in suo onore, si avvierà la rievocazione della prima visita, documentata, di Federico II “IN CAMPIS ET IN CASTRIS
LACUS PENSULIS” con figuranti, tutti provenienti dal territorio aviglianese, che sfileranno attraverso il borgo lungo un itinerario programmato, con gli abiti nobiliari del tempo, frutto della ricerca di esperti locali e delle sapienti mani di sarte del luogo. Arrivati nella Piazza (piazza Federico II), appositamente allestita in chiave medievale, si susseguiranno una serie di attività rievocative. Nei ristoranti del borgo si potranno degustare pietanze realizzate con ricette d’epoca o appartenenti alla tradizionale cultura eno-gastronomica locale.
Una rievocazione che ricorda avvenimenti del lontano 1242 quando l’imperatore – ricordano le fonti – diede inizio ai lavori di costruzione di quello che sarebbe stato l’ultimo, il più grande, dei suoi castelli. Usciva dal castello di Melfi il sontuoso corteo imperiale, in quel giorno d’agosto. Attraversate Rapolla, Barile e Rionero, la carovana giunse a lambire Agromonte: da qui, dopo lungo cammino, l’amata domus di Lagopesole si era fatta più vicina. Una fila ordinata di uomini e bestie da soma sorreggeva “il bagaglio della persona e della casa del re”, “le carte della cancelleria e i libri di Aristotele e di Avicenna”, “i tesori della Corona”, “i veltri delle mute del serraglio”. Viaggiavano, tra gli altri, al seguito dell’imperatore Pier delle Vigne, “logoteta e protonotario del Regno”, medici, fisici, astrologi e negromanti, “il figlio del nuovo signore di Vitalba, Riccardo Filangeri, falconiere di Corte […] e Adenolfo Pardo, capocaccia imperiale”. E ancora, gli erano accanto il giovane virgulto Manfredi, dono d’amore dell’adorata sposa Bianca Lancia, l’harem, “i fidi saraceni di Lucera, i biondi cavalieri germanici” e “i leggeri fanti di Puglia”. Varcando l’ingresso dalle torri binate, il multiforme corteo inondò festante il cortile maggiore: la domus ancora incompiuta accolse il suo re… L’Imperatore ritornò al maniero rosso nel 1250, vicina la partenza per la Puglia, nell’anno della sua morte, dopo la scomunica ricevuta al Concilio di Lione nel 1245, della grave disfatta subita nei pressi di Parma nel 1248; il sogno ghibellino stava volgendo al tramonto. Dagli appartamenti imperiali, Federico, pensoso e stanco, forse, guardò sovente all’amato bosco di Montecaruso, vagheggiando venture giornate di caccia e di diletto. Ignaro o presago, chissà, che quella sarebbe stata davvero la sua ultima volta a Lagopesole.