Total, Tempa Rossa: una madre, con figlia disabile, non può lavorare

27 settembre 2024 | 13:33
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Total, Tempa Rossa: una madre, con figlia disabile, non può lavorare
Foto di repertorio

Contrattualizzati a tempo indeterminato tutti gli operatori tranne uno. Quale tutela per le donne lavoratrici?

Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione dalla consigliera di minoranza del Comune di Corleto Perticare, nonché avvocata.

A distanza di pochi giorni dall’eco mediatica suscitata dalla storia del licenziamento di una lavoratrice donna e madre impiegata presso l’indotto petrolifero Total di Corleto Perticara un altro fatto analogo ha scosso e sconcertato la comunità corletana incredula per il comportamento assolutamente arbitrario posto in essere dalla multinazionale francese. A seguito della selezione per la formazione professionale di operatori della produzione, promossa lo scorso 2021 dalla TotalEnergies EP Italia S.p.a. nell’ambito del reclutamento di personale da impiegare presso il Centro Olio “Tempa Rossa” sito in Corleto Perticara, sono stati selezionati 18 partecipanti i quali, a definizione del percorso formativo, sono stati regolarmente impiegati con contratto di lavoro a tempo determinato presso l’indotto petrolifero.

Il contratto a tempo determinato è scaduto naturalmente lo scorso 18 settembre e clamorosamente sono stati contrattualizzati a tempo indeterminato tutti gli operatori tranne uno. L’operatore escluso è una madre di famiglia che a suo carico ha anche una figlia gravemente disabile alla quale sperava di poter quantomeno garantire un futuro economicamente dignitoso anche in prospettiva delle numerose terapie a cui questa deve sottoporsi a causa della patologia che la colpisce. Invece, del tutto inaspettatamente la signora, a cui comunque era stata prospettata una continuità nell’esecuzione del rapporto lavorativo, con grande rammarico e stupore si è vista rifiutare la contrattualizzazione della sua posizione lavorativa. Vieppiù che l’operatrice in discorso, particolarmente provata per la sua esclusione e ritenendola inaccettabile ed ingiusta, ha richiesto ed ottenuto degli incontri con i dirigenti della multinazionale per comprendere le motivazioni della mancata contrattualizzazione.

Tuttavia, anziché ottenere plausibili e verosimili spiegazioni, la donna si è addirittura sentita apostrofare quale soggetto pericoloso per sé e per gli altri sentendosi pesantemente umiliata nella sua dignità di persona e di lavoratrice. Difatti ella oltre ad essere una delle poche unità in possesso dei titoli richiesti per essere ammessi alla selezione (perito chimico) lamenta di aver subito danno e beffa stante la conclusione meritevole del percorso formativo che l’ha portata alla prima contrattualizzazione durante lo svolgimento della quale mai alcuna doglianza o censura sono state sollevate rispetto all’attività svolta dalla stessa in favore di TOTAL.

Sarebbe stato contestato alla signora in questione di non essere in possesso di una adeguata conoscenza dell’impianto del Centro Olio pur non essendo mai stata impiegata presso il Centro Olio ma operativa, sia durante lo svolgimento del corso di formazione che durante l’anno di esecuzione del contratto, solo ed esclusivamente presso i pozzi.  Tale spiegazione non può ritenersi assolutamente plausibile né condivisibile per la semplice circostanza per cui se la multinazionale avesse avuto intenzione di impiegare la lavoratrice presso il Centro Olio non si comprende il motivo per cui per ben due anni, tra formazione e rapporto di lavoro, essa sia stata impiegata solo ed esclusivamente presso i pozzi! Insomma, si manda a casa un perito chimico con maturata esperienza nel settore accampando le scuse più inverosimili per giustificare un’esclusione che non può in alcun modo passare inosservata. Come innanzi ricordato ancor prima di questo episodio le cronache locali ci hanno tristemente restituito casi analoghi consumatisi sempre ad opera di TOTAL nell’ambito del Centro Olio “Tempa Rossa” ed avente sempre quale “vittima” lavoratrici madri. Tali fatti sono divenuti assolutamente odiosi e socialmente pericolosi poiché suscettibili di minare la pace sociale della comunità. Difatti mai nel corso degli anni si era verificato che gli operatori formati non venissero contrattualizzati. Il contegno posto in essere dalla multinazionale francese non può essere più tollerato e, nel silenzio assordante delle Istituzioni locali, ho inteso investire della questione le Istituzioni regionali chiedendo ad esse di spendersi per chiarire e risolvere questa assurda vicenda. Avvocata Valeria Carmela Giorgio, consigliere di minoranza del Comune di Corleto Perticara