Autonomia differenziata, si decide col favore delle tenebre: stanno scippando il Meridione

25 settembre 2024 | 17:12
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Autonomia differenziata, si decide col favore delle tenebre: stanno scippando il Meridione

Parlamentari del Sud e della Basilicata non pervenuti

Quando si decide su federalismo fiscale e sulla autonomia differenziata si muovono di notte, di nascosto e con il favore delle tenebre come fanno i ladri e truffatori di professione. A iniziare fu Giancarlo Giorgetti che, presidente della Commissione Bicamerale per il Federalismo Fiscale della XVII legislatura, nella seduta del 30 aprile 2015, stante al verbale, affermava: “Sicuramente avrete nel vostro sistema la capacità di produrre questo tipo di dati, per cui vi pongo la seguente domanda. Se applicassimo non il 20 per cento, ma il 100 per cento della perequazione e non stabilizzassimo al 45,8 per cento, quale sarebbe l’effetto di una perequazione piena del sistema che abbiamo così faticosamente costruito? I dati probabilmente sarebbero scioccanti, magari ce li fate avere in modo riservato o facciamo una seduta segreta, come avviene in Commissione antimafia.

Già all’epoca l’ostacolo al federalismo fiscale era il recupero dello scippo perpetrato costantemente al Sud, e la secretazione degli atti era possibile grazie a un sistema di complicità diffusa tra tutti i partiti per cui alle sedute della commissione, come testimoniato dai 185 verbali, i parlamentari del Sud erano costantemente assenti e a dibattere erano solo quelli del Nord. A rappresentare gli interessi lucani c’era l’onorevole Cosimo Latronico, attuale assessore alla sanità lucana, che, salvo mio errore, non partecipò a nessuna seduta.

Forti di questo precedente nottetempo e sempre con il favore delle tenebre l’allora presidente del consiglio Paolo Gentiloni, pochi giorni prima delle elezioni, il 28 febbraio 2018, firmava con le regioni Emilia Romagna Lombardia e Veneto un accordo preliminare per l’Autonomia  Differenziata sottraendo i contenuti dell’accordo al Parlamento e al dibattito pubblico.

Ancora un governo morente, quello di Draghi, produsse a firma Maristella Gelmini un ddl sulla autonomia differenziata. La stessa linea di segretezza la sta seguendo l’attuale governo con la Commissione sui Livelli Essenziali delle Prestazioni con un acronimo esplicativo CLEP, che è la radice dei ladri per DNA ossia i cleptomani, che prosegue indefessa secretando atti e documenti che testimoniano la volontà di perpetrare lo scippo del Sud nei più maleodoranti anfratti dell’antimeridionalismo.

Oggi questo comitato presieduto da Sabino Cassese, con piglio da avvocato da parere pro-veritate del committente, dovrebbe audire la Commissione tecnica sui fabbisogni standard (CTFS) presieduta dalla giurista Elena d’Orlando, che fu, ed è, nella delegazione trattante del Veneto. Come mettere la volpe a guardia del pollaio! Nella stessa situazione della giurista si trova Andrea Giovanardi e a difendere gli interessi lombardi il segretario generale della giunta della Regione Lombardia Antonello Turturiello.  Stando a indiscrezioni di stampa questi tecnici super partes, ossia la propria, stimano il costo dei LEP e la loro definizione in modo da perpetuare il costo storico, introdurre nella funzione pubblica le gabbie salariali e fare in sostanza in modo che se a tutti spetta una pera, al nord questa è una decana con tanto di ceralacca sul picciolo e al sud una peretta selvatica aspra e avvizzita. Su questo, appena, e se saranno pubbliche, le slide presentate dal CTFS, ci riserviamo di tornare.

Ma il punto è un altro, anzi due. Il primo che ancora una volta i deputati e senatori e tecnici del Sud paiono assenti sia dalla commissione CLEP sia dal CTFS. E qui chiediamo espressamente agli eletti in Basilicata conto di questo. Inutile chiedere qualsiasi cosa ai consiglieri regionali del centro destra e a quelli di Italia Viva e Azione vista la deprimente pochezza argomentativa, culturale e etica espressa nel dibattito sulla mozione del M5S (Araneo e Verri) sulla autonomia differenziale nei consigli regionali del17 luglio 2024e del 2 agosto 2024  .  Per non parlare del presidente del Consiglio Marcello Pittella, record di preferenze, che ad ogni consiglio fa il bullo da quartiere degradato nei confronti della Consigliera del M5S Alessia Araneo nel complice silenzio degli altri gentiluomini consiglieri (una delle perle al minuto 59 della registrazione dei lavori). Il secondo che, molto probabilmente, da parte del governo c’è stata una sottovalutazione del tema contando di poter continuare per la solita strada sottotraccia di spoliazione del Sud nel disinteresse generale dei media e con la politica che in modo bipartisan anestetizzava il dibattito.

Per fortuna grazie al lavoro di pochi, come quello dei Comitati No Ad guidati da Marina Boscaino, e le tante associazioni tra cui ricordiamo la Carta di Venosa in Basilicata, e al lavoro di costituzionalisti del calibro di Massimo Villone e Anna Falcone, di economisti come Gianfranco Viesti e giornalisti come Marco Esposito qualche consapevolezza maggiore sulla posta in gioco si è diffusa tanto da spingere sindacati e partiti di sinistra come il PD, AVS  e altri a schierarsi conto il disegno di legge Calderoli rendendo consapevole una sempre maggiore fascia della pubblica opinione, al Sud ma anche al Nord, sui contenuti secessionisti e antimeridionali della legge.

A favorire la consapevolezza di un dibattito, che se non fosse drammatico sarebbe ridicolo, i dati della contabilità dei conti pubblici territoriali, voluti da Ciampi,  che mostrano l’evidenza delle tante menzogne sul Sud parassita visto che in Lombardia la spesa pubblica annuapro capite è di circa 21 mila euro e in Campania di  14 mila. A questa consapevolezza è a rischio. I dati sono fermi al 2021 e pare che l’attuale governo voglia oscurarli e non produrli più. Occorre fare attenzione e mobilitarsi.

I tempi di Emanuele Felice, responsabile economico del PD, che spiegava che il Sud doveva i suoi guai a questioni antropologiche, che il nord era nei guai e non poteva più essere aiutato dal Nord sono finiti, facendo mancare quella sponda ai turbo secessionisti della Lega Nord della sedicente intellighenzia di sinistra che di guai ne ha fatti a iosa.

E quindi c’è forte la sensazione che il Presidente Sergio Mattarella e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni abbiano di gran lunga sottovalutato il problema pensando ancora alla sponda pseudo intellettuale della sinistra per favorire ancora una volta il Nord.

Tutta questa storia sta, finalmente, mettendo in luce la verità sulla questione meridionale e sono sempre più quelli che al Sud pensano che la secessione al fondo convenga. Certamente non io, ma altrettanto certamente chi, eletto al Sud, ha svenduto il proprio territorio in cambio di una prebenda pubblica, che ne stordisce la coscienza, garantita dalla fedeltà al partito saranno ricordati dalla Storia. Ma altrettanto certamente Sergio Mattarella e Giorgia Meloni, se non porranno rimedio, passeranno alla storia come chi ha nuovamente spaccato il Paese portandolo alla secessione.