Se manca l’acqua la colpa è dei rubinetti: cambiateli

1 luglio 2024 | 16:13
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Se manca l’acqua la colpa è dei rubinetti: cambiateli

Una popolazione spoliticizzata come la nostra potrebbe facilmente credere a un’idiozia del genere: perché?

L’emergenza idrica che in queste settimane ha creato gravi disagi a migliaia di famiglie lucane e a decine di aziende agricole, dovrebbe essere superata a breve. Lo dice l’amministratore unico di Acquedotto Lucano. Senza dubbio deve essere superata, ci mancherebbe. Il fatto è che quell’emergenza ed altre che si sono verificate in passato comprese quelle ambientali, conservano le cause in una lunga storia di responsabilità politiche. Normalmente i cittadini non puntano lo sguardo su quelle responsabilità ma sul rubinetto di casa. Non pensano di organizzarsi anche attraverso i loro partiti e le loro associazioni, o associandosi per l’occasione, allo scopo di oggettivizzare politicamente la vicenda e di problematizzarne gli effetti.  Non si mobilitano. No, pensano al rubinetto: se l’acqua non esce si indignano, specie sui social, se l’acqua torna a scorrere tutto passa, i mugugni lentamente si spengono. Intanto, senza soluzioni radicali l’emergenza si riaffaccerà appena possibile. Lasciamo da parte l’assoluta indifferenza al problema di chi i disagi non li ha subiti, questa è un’altra storia. Restiamo sul pezzo che ci interessa: perché sulle questioni più scottanti la gente non si mobilita? Perché le organizzazioni politiche e sindacali non mobilitano i cittadini? Perché abbiamo una popolazione spoliticizzata. E abbiamo una politica de-politicizzata, che non può essere stimolata da una società spoliticizzata.

Se l’indifferenza e l’egoismo conquisteranno altri spazi, se la distanza tra cittadini e politica si farà sempre più grande, la Basilicata finirà definitivamente nelle mani di coloro che in questi anni l’hanno già spinta verso un regime governato da un’oligarchia di interessi. Scomparirà ogni forma di conflitto, di opposizione, di lotta per i diritti e per la giustizia sociale. Si restringeranno gli spazi dell’azione civica e collettiva, prevarrà ancora di più la competizione individuale, egoistica. Le persone si affideranno sempre di più alla proposta egemonica del sistema di potere politico-economico che assumerà decisioni senza alcun controllo democratico. È questo che accade quando c’è una scarsa domanda di democrazia causata dall’indifferenza nei confronti degli strumenti per esercitarla. I pochi spazi di manovra democratica dei liberi cittadini, scompariranno completamente. Più di quanto già oggi accade, saranno gruppi di potere a competere tra di loro e ad alternarsi nel comando della Regione e ad assumere decisioni chiave. In un futuro non troppo lontano qualcuno dovrà pure occuparsi di politica e se non lo faranno i cittadini liberi, lo faranno loro in piena autocrazia. Tuttavia, il declino verso la completa spoliticizzazione delle relazioni sociali e dell’approccio alle risorse pubbliche e al bene comune, è tracciato.

E torniamo all’acqua. Qui scopriamo e tocchiamo con mano che cosa significa spoliticizzazione della società lucana.  La crisi idrica di queste settimane e la minacciosa siccità che colpisce le produzioni agricole, danno ragione di una cecità nelle strategie (inesistenti) di sviluppo della Regione Basilicata. È l’acqua una delle risorse fondamentali della nostra regione, il petrolio appartiene alle multinazionali, al di là della retorica. Bisogna evitare di disperdere ulteriormente l’oro blu regalandolo alle compagnie petrolifere e alle multinazionali dell’imbottigliamento. Bisogna con urgenza intervenire seriamente sull’ammodernamento della rete idrica. Seriamente perché? Perché dopo anni di ingenti risorse impiegate, la dispersione di acqua e la vetustà del sistema di distribuzione restano una criticità gravissima. E questo fa il gioco di vorrebbe privatizzare l’acqua. Il carrozzone Acquedotto Lucano è esso stesso un colabrodo. Eppure l’amministratore unico e i suoi dirigenti li paghiamo. Certo, ma anche i politici li paghiamo.

Ecco la conclusione, né i cittadini, né la politica, ragionano con questa prospettiva. I cittadini continuano a monitorare i rubinetti di casa propria, la politica continua a strumentalizzare i disagi senza fornire soluzioni che avrebbe dovuto mettere in campo in questi 30 anni. E allora di chi è la colpa? Dell’Acquedotto Lucano. Certo, ma non è così che si risolvono i problemi. Ci rivediamo alla prossima emergenza di qualunque tipo: tanto il colpevole di turno da insultare sui social o da strumentalizzare nelle sedi istituzionali si trova sempre, il responsabile mai, non si trova mai.