Gruppo bancario MCC: niente accordo sindacale sul piano industriale

3 luglio 2024 | 15:17
Share0
Gruppo bancario MCC: niente accordo sindacale sul piano industriale
Una sede MCC

“Mentre i lavoratori continuano a fare sacrifici, i dirigenti intascano i bonus”

Si è conclusa con un mancato accordo la lunga maratona negoziale che ha visto impegnati MCC (Medio Credito Centrale) e le organizzazioni sindacali FABI, FIRST/Cisl, FISAC/Cgil, UNISIN e UILCA sulla riorganizzazione prevista dal nuovo piano industriale di Gruppo 2024 – 2027.

Una vertenza che è apparsa difficile sin dalle prime battute ma che, ciononostante, ha visto i sindacati impegnati in un confronto duro e serrato per correggere alcuni passaggi, “assolutamente inaccettabili”, riportati nella bozza di accordo proposta dalla delegazione aziendale.

“Un piano industriale che, a leggerlo, non è altro che il solito elenco di misure preconfezionate, già testate, senza successo, in moltissime realtà creditizie, ma che se attuato   produrrebbe effetti devastanti sulla sfera lavorativa e personale di un consistente numero di lavoratrici e lavoratori” E’ quanto ci racconta un lavoratore che ha seguito le trattative.

Infatti, la proposta presentata ai sindacati prevede lo svuotamento delle strutture centrali, lo scaricamento di responsabilità su una rete già impoverita di risorse, una mobilità territoriale insostenibile ed una marcata flessibilità per lo svolgimento della prestazione lavorativa. Un vero e proprio processo involutivo che scaricherebbe sui lavoratori gli errori di una gestione inadeguata e ridimensionerebbe drasticamente le strutture aziendali. L’ idea, poi, di attuare queste modifiche organizzative nei mesi di luglio ed agosto, appare oltre modo balzana.

Nel corso della trattativa non sono mancate divisioni tra le sigle sindacali. Si sono registrate, infatti, posizioni contrapposte tra le componenti “storicamente condizionate da un patologico consociativismo clientelare, che avrebbero firmato di tutto, anche la proposta aziendale, e le altre sigle che, onorando la loro funzione ed in ossequio al mandato ricevuto, hanno preteso di trattare fino alla fine per cercare di migliorare il testo dell’accordo e convincere la controparte a modificare le decisioni annunciate”. E’ quanto ci racconta la nostra fonte interna.

Insomma, lo scontro si è concluso senza accordo. Intanto, in questa fase di forte tensione nel contesto di una trattativa in corso che riguarda il destino umano e professionale di moltissimi lavoratori che succede? “Sembrerebbe che il top e il middle management del Gruppo, abbiano intascato spropositati bonus, rivenienti da un piano incentivante che, congegnato male ed applicato peggio, ha premiato i livelli apicali a discapito delle fasce più basse”.  Una contraddizione profonda, uno “schiaffo” ai lavoratori che da tempo fanno enormi sacrifici, anche economici, per provare a risollevare le sorti della banca.

E adesso?  Per le Organizzazioni Sindacali. si apre una fase molto delicata, quella della mobilitazione. L’ assemblea del Personale, convocata per il 9 luglio a Bari, sarà un’occasione molto importante per conoscere quali iniziative il sindacato intenderà mettere in campo per contrastare i drammatici impatti di questo piano industriale e quale sarà la risposta dei lavoratori per sostenerle.