Crisi idrica, le promesse da marinaio della politica lucana

29 giugno 2024 | 11:42
Share0
Crisi idrica, le promesse da marinaio della politica lucana

In Basilicata la rete di distribuzione di Acquedotto lucano è piena di chiacchiere non di acqua

Cerchiamo di spiegare il motivo per cui la politica dovrebbe parlare di meno sull’argomento scottante dei queste settimane: la crisi idrica. Dovrebbe invece, chiedere scusa ai cittadini e riparare gli errori compiuti in questi decenni. Non partiamo dal 1996, sarebbe lunga e complicata la vicenda, tra normative nazionali e decisioni regionali, tra risorse per i progettifici e inadempienze verso i cittadini. Partiamo dal 2008 con un paio di obiettivi che la Regione annunciava in un documento di valutazione della politica regionale di sviluppo (2007- 2013).

Premessa: il ruolo di Acquedotto Lucano S.p.A.

Acquedotto Lucano S.p.A. gestisce il Servizio Idrico Integrato nelle fasi di captazione, adduzione, distribuzione, fognatura e depurazione, la commercializzazione dell’acqua sia per usi civili che per usi industriali e agricoli, la progettazione e la gestione dei sistemi di reti, di acquedotto e di fognatura, la realizzazione e la gestione delle opere e degli impianti necessari alla gestione integrata delle risorse idriche, la ricerca e la coltivazione delle falde idriche, la gestione e la realizzazione degli impianti di potabilizzazione, depurazione e smaltimento ed infine l’organizzazione e la gestione dei servizi connessi all’intero ciclo delle acque. Si precisa che gli impianti di potabilizzazione di Montalbano e del Camastra, ricadenti nell’Ambito Territoriale Ottimale della Basilicata, sono a tutt’oggi (2008) gestiti da Acquedotto Pugliese per conto della Società Acquedotto Lucano.

Uno degli obiettivi della politica nel 2008: il telecontrollo

“L’uso del telecontrollo in un sistema di acquedotto risulta essenziale nella gestione delle reti perché permette di conoscere in ogni istante la disponibilità delle risorse (tramite il livello dei serbatoi) e il funzionamento dei dispositivi di movimentazione e di regolazione (pompe e valvole). In caso di guasto dei dispositivi si può quindi intervenire in breve tempo e in ogni caso prima che tale situazione si rifletta sulla qualità del servizio; inoltre, grazie all’analisi dei dati raccolti, è possibile prevedere in anticipo eventuali anomalie nella rete e porvi immediato rimedio salvaguardando così il funzionamento dell’intero acquedotto

Nell’attuale Piano d’Ambito è stato già stimato un investimento per un sistema di telecontrollo comprendente una postazione centrale, un sistema di trasmissione dati e una serie di stazioni periferiche poste in punti strategici della rete quali opere di presa, sollevamenti, serbatoi, impianti di potabilizzazione e di depurazione. Tale spesa ammonta a 42,5 milioni di euro e l’attuazione di tale sistema, consentirà in breve tempo di ottenere un efficiente controllo delle perdite nelle reti. Il Sistema Informativo Territoriale (SIT) sarà lo strumento conoscitivo a supporto delle attività di monitoraggio e telemisura. Si tratta di uno strumento molto importante che fornisce diverse funzionalità, sia di tipo conoscitivo, sia specifiche per il controllo continuo degli interventi e per l’aggiornamento dei dati, il cui obiettivo è quello di delineare un quadro delle infrastrutture idriche presenti nella Regione e di inquadrare gli interventi in corso nel loro contesto territoriale.”

Considerato il caos di queste settimane che fine hanno fatto 42 milioni di euro e il sistema di telecontrollo?

L’altro obiettivo: riduzione delle perdite

“La riduzione delle perdite idriche-si legge ancora nel documento- di natura fisica (perdite reali) può ottenersi agendo in modo puntuale in seguito alla localizzazione della perdita, effettuata con tecnologie di prelocalizzazione, oppure in modo diffuso, intervenendo sui livelli di pressione al fine di eliminare gli eccessi rispetto ai valori richiesti per un buon servizio. E’ fondamentale considerare come la riduzione delle perdite in una rete si intersechi e vada pertanto considerata congiuntamente all’esigenza della manutenzione dell’intero sistema, interessato da un inevitabile processo di invecchiamento. Da qui l’esigenza di strumenti di supporto alle decisioni in grado di fornire al decisore una visione adeguata dei risultati ottenibili e dell’onere economico associato ai diversi scenari di riduzione tecnicamente ipotizzabili. Tali scenari possono essere ricondotti a tre tipologie principali: controllo della pressione di esercizio, ricerca attiva delle perdite idriche e successiva eliminazione, riabilitazione o sostituzione delle condotte più ammalorate; esse possono venire combinate in modo opportuno sulle reti, così da formare scenari di riduzione composti.”

Considerato il livello di perdite e dispersione dell’acqua sul territorio lucano che raggiunge in alcune zone oltre il 60%, che fine ha fatto questo obiettivo? Ecco, tutti parlano, anche a sproposito, in una situazione di emergenza. Esponenti politici strumentalizzano il disagio dei cittadini, i cittadini si svegliano soltanto quando gli tolgono l’acqua dal rubinetto. Eppure, il ruolo della politica è anche quello di monitorare e controllare che i servizi, pagati dai cittadini, siano garantiti.

Obiettivo: Nuovi investimenti destinati all’ammodernamento delle reti e costruzione di nuove reti

“Per l’attuazione di questa azione la Regione procederà ad una programmazione ex-novo di ulteriori investimenti sulle reti, e contemporaneamente verificherà quanta parte delle opere infrastrutturali previste nella programmazione 2000-2006, ma non ancora realizzate, potranno essere trasferite nella programmazione 2007-2013 riguardante le politiche regionali in materia di risorse idriche. Tale azione contribuirà in maniera rilevante all’obiettivo di riduzione delle perdite nelle reti idriche. Il Piano d’Ambito ha già individuato le criticità infrastrutturali delle reti i cui effetti incidono sulla qualità e sulla gestione del servizio (estensione del servizio, dotazioni idriche, pressione, ecc.) ed ha stilato un piano degli interventi nel settore acquedottistico, che prevedono sia la ricostruzione di infrastrutture che non garantiscono i livelli di funzionalità prefissati (a causa della loro vetustà e/o per il loro stato di conservazione fortemente deficitario) che interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria. …le opere che interessano la manutenzione ordinaria, straordinaria e la costruzione di nuove reti che saranno attuate in tempi brevi…” Pompe rotte serbatoi vetusti, infrastrutture fatiscenti. A voi i commenti.