Elezioni in Basilicata. La brace, la padella e la graticola: l’analisi del disastro

I lucani per bene ingannati anche questa volta. Ecco che cosa è accaduto e accade dietro le quinte della farsa elettorale

Sul piano elettorale le liste più forti per Bardi sono Forza Italia, Fratelli d’Italia e a seguire Lega e Azione. Nel centrosinistra la lista più forte è Basilicata Casa Comune di Chiorazzo, il Pd sembra aver assemblato un elenco di nomi tanto per…, con alcuni candidati che possono aspirare a un seggio. Tra questi, Antonello Molinari sostenitore di Chiorazzo della prima ora, che sarà appoggiato da Roberto Speranza, da Vito De Filippo che non a caso non ha candidato nessuno dei suoi, e da tutti gli altri della truppa Dem potentina autori protagonisti dell’inciucio di potere clerico-sinistroide. Anzi, De Filippo farà probabilmente votare Chiorazzo, ma tanto, se non è zuppa è pan bagnato.

IL COSIDDETTO CENTRO SINISTRA

Perché la lista Pd è debole?

Fa parte degli accordi: Basilicata Casa Comune deve prendere più voti del Pd. Perché? Fa parte degli accordi: ridimensionare il partito democratico, fare eleggere candidati graditi, affinché Speranza e Chiorazzo e quindi Molinari e De Filippo, prendano in mano il partito e assumano, insieme ai loro sodali, la leadership su quell’area. Dalle liste si vede chiaramente la sconfitta del centrosinistra progettata a tavolino. Questo consentirà ai clerico-sinistroidi di avere mani libere per i due seggi di Camera e Senato alle prossime politiche. Ad essere debole, politicamente, in questo quadro è lo stesso Piero Marrese, anche lui sostenitore della prima ora di Chiorazzo, “ostaggio” dell’accordo a cui ha aderito.

Ma il patto conserva un orizzonte più ampio. Il peso elettorale avrà un valore nei futuri assetti, non solo politici, ma di potere. Il gruppo clerico-sinistroide potrà conquistare spazi che un tempo Chiorazzo poteva solo sfiorare da subalterno al potere politico. Ora, gli unici oppositori alla prospettiva dell’occupazione del Pd da parte del gruppo clerico-sinistroide sono Piero Lacorazza, candidato nella lista Dem, e Salvatore Margiotta che, insieme ad altri esponenti del Pd, lo sostiene. Ecco tutto, in sintesi.

Nella lista di Chiorazzo, a proposito di transumanze troviamo in bella vista gli ex leghisti Giovanni Vizziello e Massimo Zullino. E a proposito di interessi, troviamo la candidata di punta gradita a Donato Macchia. E poi il sindaco di Tito Graziano Scavone, Pd vicino a Vincenzo Folino. Ma c’è anche lui, Giampiero Maruggi del quale abbiamo già tracciato il profilo in altri articoli. Da segnalare l’ex consigliere del M5S, Gianni Leggieri.

Perché la cordata a sostegno di Marrese è debole?

Il M5S già prima della partecipazione alla sceneggiata delle candidature, registrava un calo di consensi. La vicenda di queste settimane, i vari tira e molla sui nomi di candidati presidente, le spaccature sul sostegno a Chiorazzo, ne hanno ulteriormente indebolito il peso elettorale. Ma ciò che più incide sulle difficoltà interne è la scelta dell’alleanza con il Pd di Speranza e De Filippo e con i clericali di Chiorazzo. Fino all’altro ieri nessun attivista avrebbe mai immaginato si arrivasse a tanto. I pentastellati che corrono insieme a Giampiero Maruggi, a Donato Macchia e all’imprenditore clericale del sistema democristiano legato a discutibili e discussi poteri della prima e secondo Repubblica. E tralasciamo il resto.

La stessa cosa si dica della lista AVS – PSI – Basilicata Possibile. Tutte brave persone, per carità, alcune di loro sono delle veri idealiste. Credono nella possibilità di “cambiare dall’interno il sistema”. Vittime della solita ingenuità e della scarsa conoscenza delle dinamiche di potere in questa regione. Sono come colombe tra i falchi, come pulcini in un recinto di volpi. A loro auguriamo comunque successo, anche se i voti che raccoglieranno serviranno a portare acqua al mulino del Sistema. Siamo certi che se non si fossero alleati con i clerico-sinistroidi e corso da soli, avrebbero pescato nel bacino dell’astensionismo. Meglio ancora se ci fosse stata un’alleanza con Volt e ancor di più se l’alleanza avesse compreso il M5S. Sappiamo perché questo non è accaduto. E sappiamo anche che in presenza di scarsa cultura politica, di limitata autonomia di scelta e di insufficiente conoscenza del “nemico”, gli errori sono a portata di mano. Anche questa volta i gruppi alternativi hanno perso un’occasione. Ci auguriamo che si mettano al lavoro dopo questa ubriacatura elettorale partendo da nuovi e diversi presupposti.

 Le altre liste in appoggio a Marrese

Qui stendiamo un velo pietoso. Troviamo un uomo di Chiorazzo, ma troviamo anche un signore che negli ultimi anni si è candidato ovunque con la destra. C’è anche il figlio di un sindaco che sicuramente si candida mosso da una passione ideale, si fa per dire. Insomma, qui siamo nel nulla politico all’ennesima potenza.

 IL CENTRODESTRA TRA INFILTRATI E TRASVERSALISMI

Lo abbiamo detto, le liste più forti sono a sostegno di Bardi presidente. Il generale si appresta a un bis dopo una campagna elettorale che sarà una passeggiata, salvo errori clamorosi. Tuttavia, dobbiamo riscontrare forti indizi di strane candidature in alcune liste. In quella di Forza Italia troviamo Francesco Cannizzaro, leader lucano di Noi Moderati, già presidente del Consiglio comunale di Potenza eletto nella lista civica di Mario Guarente e sostenuto all’epoca, pare, da Giampiero Maruggi.  Il suo partito il 10 marzo scorso ha inaugurato la sede regionale in pompa magna a Potenza. Tutti si aspettavano una lista di questo partito a sostegno di Bardi e invece? Invece Cannizzaro è candidato con Forza Italia e Noi Moderati non ha presentato alcuna lista. La sua appare come una candidatura a danno di Francesco Piro, altro candidato nella lista di FI e consigliere regionale uscente. Ma gli indizi ci portano ad allargare la visuale su altri mondi, di cui parleremo con altri articoli in futuro.

Alessandra Sagarese prima nel Pd, area Margiotta, ora candidata in FI.  Di strani travasi è ricca la compagine di centro destra, tra i più clamorosi oltre quello di Pittella, il passaggio di Mario Polese e Luca Braia nella lista del presidente Bardi in cui è candidata anche Nunzia Antezza, cognata di Luca Braia. Il figlio di Pasquale Robortella, Vincenzo, ex Pd, candidato con Fratelli d’Italia. Nello stesso elenco troviamo l’ex assessora leghista Donatella Merra. Negli angoli delle liste troviamo altri episodi di transumanza. Nella lista Orgoglio Lucano, quella del candidato presidente Bardi, troviamo anche Donato Sperduto, sindaco di San Fele eletto nel centro sinistra per almeno 15 anni, già Consigliere provinciale del Pd. Ci fermiamo qui. E’ quanto basta per dire, anzi per ribadire, che qui, come nella compagine di centrosinistra, di politica c’è poco, di ideali ancor meno.

Nella lista di Marcello Pittella spicca la candidatura di Marika Padula, già esponente del Pd, già assessora con delega alle pari opportunità al Comune di Potenza,  eletta con la lista “Idea” di centrodestra, delega revocata dal sindaco per una questione legata al bonus Inps durante la pandemia (clicca qui). Poi passata a Italia Viva e adesso candidata con Pittella.

In questa prima analisi approssimativa riscontriamo la presenza nelle liste sia del centrosinistra sia del centro destra di candidati graditi ai gruppi di interesse trasversali. Per capirci e solo a titolo di esempio: Francesco Cannizzaro candidato in Forza Italia non dovrebbe dispiacere a certi mondi oggi impegnati elettoralmente anche nel centrosinistra; Giampiero Maruggi candidato con Chiorazzo non dovrebbe dispiacere a certi mondi oggi impegnati elettoralmente nel centrodestra. Ce ne sono altri di casi, che al momento appaiono minori, ma che sono funzionali ai disegni del Sistema, anche sulla città di Potenza. Delle elezioni comunali ci occuperemo più avanti, oggi non ci resta che ribadire quanto già scritto nei giorni scorsi: “Una cosa è certa, sono in atto manovre trasversali che riguardano gli apparentamenti di interesse e convenienza tra singoli candidati, e loro sponsor, alle elezioni regionali e le candidature al Comune di Potenza. L’obiettivo è mettere le mani sulla città da parte dei soliti potentati che hanno già le mani dappertutto. Impasteranno all’occorrenza liste civiche da posizionare sia a destra che a sinistra per poi convergere sugli affari.

 CONCLUSIONI PROVVISORIE: I PROGRAMMI E TUTTO IL RESTO

E i programmi? Quelli dopo, tanto a che servono? Adesso sappiamo chi sono i candidati, ma non sappiamo perché lo sono. Per fare cosa? Con quali risorse? In che modo? Anche queste domande probabilmente interessano poco a un’opinione pubblica politicamente distratta, anzi sempre più spoliticizzata che in maggioranza voterà in base al principio del condominio: il vicino di casa, l’amico, il parente, il benefattore, la brava persona eccetera eccetera. Tutti gli altri, forse più dignitosamente, faranno valere la loro opinione restando a casa. E sarà questa, forse, l’opinione che potrà dare uno scossone a questa amara e grottesca condizione lucana. Ad ogni modo i programmi elettorali, come abbiamo già scritto, lasciano il tempo che trovano. Si somiglieranno, saranno copia e incolla di quelli vecchi e mai realizzati. Parole, frasi, slogan, promesse e giochi di prestigio a volontà. Fatto sta che tra la brace e la padella i lucani faranno da graticola.

Tra i candidati, non c’è dubbio, ci sono cittadini che accettano la sfida elettorale per ragioni politiche e ideali. Ce ne sono tanti, invece, ai quali della sfida non gliene importa un fico secco. Sono quelli che devono mettere una pezza ai buchi delle liste per ragioni che nulla hanno a che fare con gli ideali e l’appartenenza a una parte politica. Ci sono quasi tutti i consiglieri regionali uscenti alcuni dei quali nel corso di questi cinque anni sono stati protagonisti di doppi e tripli salti della quaglia. Sarebbero loro i politici puri in apparenza, ma dati i risultati abbiamo molti dubbi che lo siano nella sostanza.

Tra i 250 candidati in tutte le liste, notiamo che la coscienza del limite appartiene a pochi. Molti di loro sono convinti di entrare in Consiglio regionale, si chiama sindrome del candidato. Molti di loro non sanno, o preferiscono ignorare, che queste elezioni più delle altre sono una messa in scena del Sistema trasversale di Potere che domina la Basilicata da decenni. Queste elezioni più delle altre servono a legittimare gruppi di interesse in lotta tra di loro, o alleati in base alle convenienze, che mirano come sempre a carriere politiche personali e alla moltiplicazione degli affari degli imprenditori e dei potentati economici a loro legati. E’ in atto l’assalto alle risorse pubbliche e alle roccaforti della burocrazia che le distribuiscono.  E’ già partita la campagna elettorale nei capannoni delle aziende private e pubbliche, con gli “appelli” ai dipendenti, agli operai, ai precari a votare per Tizio o per Caio. Riaperta la borsa merci del consenso elettorale. Così è, anche se non vi pare. Ci aggiorniamo alla prossima puntata.

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