Di Maio, nel caso diventasse premier, bloccherà il rinnovo della concessione Val d’Agri e la Tap?
Non sono di nostro gradimento la propaganda, i tweet, la falsa opposizione e nemmeno i parlamentari del M5S lucani, che hanno avuto rapporti con il governo azero (luogo da dove partirà proprio il gasdotto Tap ), nè quelli che con il petrolio o i reflui petroliferi pensano di poterci lavorare a discapito delle economie locali e territoriali
“Non sono di nostro gradimento la propaganda, i tweet, la falsa opposizione e nemmeno i parlamentari del M5S lucani, che hanno avuto rapporti con il governo azero (luogo da dove partirà proprio il gasdotto Tap ), né tantomeno quelli che con il petrolio o i reflui petroliferi pensano di poterci lavorare a discapito delle economie locali e territoriali”.
Il Comitato NoScorie Trisaia non le manda a dire. A campagna elettorale entrata nel vivo, il movimento, da sempre impegnato nella difesa dell’ambiente in Basilicata, pone una serie di domande a Luigi Di Maio, candidato premier del M5S alle elezioni del 4 marzo prossimo, mettendo al centro la concessione Val d’Agri e quindi Eni, le ricadute dell’inquinamento prodotto dalle attività petrolifere sulle risorse naturali della Basilicata, sulla salute dei cittadini e sull’ambiente e non dimenticando la Tap.
“La domanda a Di Maio nel caso diventasse premier o resta all’opposizione è spontanea. Scrive il Comitato in una nota”. E poi giù con una raffica di domande al candidato premier pentastellato.
Negherà il prolungamento della concessione Val d’Agri, cancellando anche lo sblocca Italia? Considerato che l’Eni ne ha già chiesto con due anni di anticipo la proroga? Considerato anche la situazione economica e sociale in Val d’Agri e il fatto che il petrolio produce rifiuti in maniera esponenziale che non si sa come smaltirli?
Riconoscerà strategica l’acqua della Basilicata e non il petrolio cosi come fece l’ex ministro Guidi del governo Renzi a Potenza? Per la sopravvivenza non solo della Basilicata ma delle economie di tre regioni collegate? In tema di potabile, agricoltura, allevamento e industria? Considerando l’acqua elemento vitale per la stessa vita ed economia delle popolazioni meridionali?
In un Meridione che già produce energia per il Nord Italia con fonti fossile e rinnovabili perchè la Basilicata dopo essere diventato un hub energetico e dei rifiuti dovrebbe rischiare di diventare la bombola di gas europea con il probabile attraversamento del gasdotto Tap e forse anche dall’East Med? Con probabili stoccaggi (già sperimentati in val Basento) dei pozzi ormai esausti e di vecchi progetti di turbogas? Considerando la forte sismicità di questi luoghi e degli impatti ambientali nel terreno, nelle falde acquifere e nell’aria ?
Noi difendiamo il nostro mare, la nostra terra (quello che resta) e la nostra acqua dalle scorie nucleari e dal fossile da oltre un decennio insieme alla popolazione locale e gran parte dei sindaci della Basilicata.
Ci siamo trovati in questi anni a doverci difendere sulle stesse questioni da ben 4 governi diversi anche per colore ma non per programma. Lo abbiamo fatto pacificamente e in democrazia nel rispetto della sacra costituzione italiana.
Noi vivano di atti concreti per la nostra terra, non sono di nostro gradimento la propaganda, i tweet, la falsa opposizione e nemmeno i parlamentari del M5S lucani, che hanno avuto rapporti con il governo azero (luogo da dove partirà proprio il gasdotto TAP ), né tantomeno quelli che con il petrolio o i reflui petroliferi pensano di poterci lavorare a discapito delle economie locali e territoriali.
Non vorremmo-aggiunge NoScorie Trisaia- fosse caduta nel dimenticatoio la scuola di Gian Roberto Casaleggio, il quale nel lontano 2011 quando il M5s ancora non esisteva ci telefonava per conoscere ed avere informazioni proprio sulla questione petrolio in Basilicata.
Domande -conclude la nota- che saranno rivolte ovviamente a tutti quelli che pensano di governare il paese”.