L'intervista |
Cronaca
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Pertini e la Costituzione, il libro di Cuccodoro sulla figura del Presidente e sua moglie Carla

2 dicembre 2017 | 15:11
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Pertini e la Costituzione, il libro di Cuccodoro sulla figura del Presidente e sua moglie Carla

L’autore, docente di Diritto Costituzionale all’Università del Salento, presenterà il volume in Basilicata

Enrico Cuccodoro, docente di Diritto Costituzionale presso l’università del Salento, ha recentemente pubblicato il libro “Gli impertinenti”, dedicato alla figura del Presidente della Repubblica Sandro Pertini e sua moglie Carla.

Nel settantesimo anniversario della Costituzione italiana, ormai imminente, il prof. Cuccodoro racconta la figura di Sandro Pertini attraverso una fitta serie di ricordi e testimonianze dirette che ne fanno emergere il peso specifico e soprattutto fanno riflettere su ciò che la politica dovrebbe tornare a essere, in termini di impegno, di giustizia sociale, di levatura morale.

Il libro verrà presentato in Basilicata nelle prossime settimane, in più occasioni. Tra le altre date, Rionero in Vulture il 7 dicembre e Brienza il 12 dicembre prossimi.

Professor Cuccodoro, quali aspetti dell’esperienza politica di Sandro Pertini ne fanno un riferimento ancora attuale per l’Italia di oggi?

A distanza di anni la figura di Sandro Pertini è ancora nel cuore di moltissimi. Proprio oggi conversando con un giovane del Senegal, che lavora in Italia, lui mi ha sorprendentemente detto queste parole stupende: “Sandro Pertini non è lontano è solo dall’altro lato del nostro cammino…!”.

Un itinerario umano che ci richiama valori di libertà e giustizia sociale universali, di pace, soprattutto di moralità nella politica e che faccia argine alla corruzione e al malaffare dilaganti.

Sentimenti che a settanta anni di vita costituzionale debbono spronare le più giovani leve della democrazia del paese a rinnovare lo spirito di fedeltà e unità verso la nostra Repubblica.

Era preoccupazione costante di Pertini che mai i giovani dovessero conoscere le difficoltà e i patimenti che gli uomini della sua generazione avevano subito e sopportato per dare all’Italia una nuova direzione di progresso civile sociale ed economico. Egli era un combattente risoluto che riusciva ad entusiasmare e avvicinare i ragazzi di ogni età, rendendosi pienamente formidabile educatore civico in momenti difficilissimi della storia del Paese.

Perché “gli impertinenti”?

L’impertinenza era la sua caratura caratteriale…non amava i grandi discorsi tribunizi, bensì amava che gli si rivolgessero sempre tutte le domande più “impertinenti” alle quali dava risposte convincenti appassionate e credibili, fuori dalla retorica e dal facile convincimento, catturando fiducia e simpatia da parte soprattutto dei cittadini più piccoli.

Nell’attuale scenario politico, sociale ed economico, quale contributo potrebbe offrire una via “socialista”?

La via “socialista” di Pertini con Carla è stata la strada dell’umanità più profonda e vitale, volta a riassestare le ragioni della corrispondenza del Paese reale al Paese legale, per superare fratture tensioni e incomprensioni, talvolta anche percorrendo un cammino senza speranza immediata di successo, ma nella fede assoluta di non barattare mai le proprie idee per vittorie del contingente momento. Mai! sempre, tuttavia, con l’intento di allargare gli spazi possibili della libertà in ragione armonica della giustizia sociale: binomio inscindibile in equilibrio simbiotico nel pensiero di Pertini per il campo d’azione politico-istituzionale e per quello altrettanto fondamentale della “cura promovendae salutis”, in ciò assistito qui dalla fermezza caratteriale altrettanto intransigente della compagna di vita a lui carissima, Carla.

Cosa fece di un partigiano il Presidente più amato e super partes della nostra storia repubblicana?

Pertini innova, così, il ruolo del Presidente della Repubblica, forte dall’aver ricoperto per lunghi anni la carica di guida saldissima e assai apprezzata della Assemblea di Montecitorio. Egli non il Capo dello Stato solo “nel” Palazzo del Quirinale. Ma diventa, in realtà, il primo impiegato dello Stato, spesso a fianco dei cittadini, che mette dunque il suo “corpo” al servizio del Paese sempre, in una missione popolare virtuosa per le circostanze liete e per quelle drammatiche che tanto caratterizzano gli anni del settennato presidenziale a lui affidato dal 1978 al 1985; di fatto ponendosi sovente quale difensore civico per tutta la Collettività nazionale fra Società civile e Stato. Una Presidenza popolare e amata che resta modello di comportamento inimitabile per rispetto super partes e per sensibilitá di rendere davvero il Quirinale, la casa di tutti gli italiani.

Qual era la percezione della questione meridionale nel presidente Pertini?
Quando Pertini, a braccio, parla a Turi, nel ricevere la cittadinanza onoraria, egli ripete come la priorità sia soprattutto la dignità umana e il lavoro nel Mezzogiorno d’Italia… “Italiani che chiedono di vivere tranquillamente in questo tormentato Paese”