Total Tempa Rossa, cantieri per la criminalità






Tra gli assunti in una ditta dei cantieri Total, Vincenzo Pistritto, pregiudicato, sospettato di essere affiliato alla “Stidda”, organizzazione mafiosa creata dagli espulsi dalle cosche di Cosa Nostra
Petrolio, lavoro, vertenze, licenziamenti, strane assunzioni, atti vandalici, spaccio, minacce, omertà. Sono le parole chiave che narrano degli affari intorno al megacantiere Total di Tempa Rossa. Non un giro di affari, ma un girone, un girone nel senso dantesco, alimentato da cerchi opachi e cornici ombrose. Sarà vero? Rocco, il nostro interlocutore che in quella zona ha lavorato fino a ieri, ci aiuta a capire. “So di un ristoratore della zona che è stato minacciato”. Perché? “Vendeva panini e bibite con un camioncino, il sabato, a ridosso del cantiere. Ora ha smesso, con il dispiacere degli operai per i quali quel servizio era utile. Qualcuno ha deciso così.”
Operai licenziati e pregiudicati assunti
Sembra che alcune aziende dell’indotto siano avvezze all’assunzione di ex carcerati anche di provenienza calabrese e siciliana. La Tecnomec, un’azienda subappaltatrice della Tecnimont, chiude e licenzia gli operai. Alcuni vengono riassorbiti in altre aziende dell’indotto, altri no. Tra quelli riassorbiti ci sarebbe Vincenzo Pistritto, pregiudicato, 49enne di Gela, da circa tre anni assunto alla Tecnomec. Arrestato in Sicilia nel marzo del 2009 insieme a Calogero La Mantia, ex brigatista, e altri sei.
Le accuse a loro carico erano di associazione mafiosa e associazione per delinquere finalizzata alla detenzione di armi ed esplosivi e sequestro di persona a scopo di estorsione. All’epoca Pistritto è sospettato di essere affiliato alla “Stidda”, organizzazione mafiosa creata dagli espulsi dalle cosche di Cosa Nostra.
“In un’intercettazione Vincenzo Pistritto a bordo di un’auto discuteva le modalità operative per l’assalto ad un furgone, descrivendo nel dettaglio quali armi usare e quanto esplosivo impiegare sullo sportello del furgone e quale effetto avrebbe determinato l’esplosione, quali vie di fuga seguire dopo aver conseguito il bottino, dove nascondere i mezzi e quali le possibili e sicure vie di fuga successivamente al delitto.”
La rapina non sarebbe stata compiuta per un preciso diniego della consorteria mafiosa di “Cosa Nostra” che non condivideva un’azione militare così eclatante.
Nel dicembre 2012 la sentenza di assoluzione per associazione mafiosa. Per il tribunale di Gela il fatto non sussiste. Lo stesso tribunale, però, propone la libertà vigilata per Pistritto.
Perché Pistritto viene riassunto e altri lavoratori no? Rocco fa spallucce e sorride.
Ci sono ex detenuti assunti per fare la guardia giurata?
(continua nelle pagine seguenti)