Basilicata Ricerca Biomedica, pochi medici e molti nominati dalla politica

10 novembre 2015 | 09:17
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Basilicata Ricerca Biomedica, pochi medici e molti nominati dalla politica

Il Presidente “tutto-fare” dell’Istituto Superiore di Sanità: dai set di Mario Merola alla Fondazione Basilicata Ricerca Biomedica passando per le diossine di Melfi. Walter Gualtiero Ricciardi è l’ex-commissario, oggi presidente, alla guida del medesimo ente da oltre un anno: l’Istituto Superiore Sanità, ossia il presidio medico-scientifico che dovrebbe tutelare la salute degli italiani. Oltre 2000 dipendenti (per uscite accertate al 2014 di oltre 282 milioni di euro) che hanno aspettato che fossero medici di base, sacerdoti e comuni cittadini a scoperchiare i danni della Terra dei Fuochi, o dell’Ilva, o di Priolo o della Basilicata. Non sappiamo cosa beviamo o mangiamo ed un po’ lo dobbiamo anche all’ISS ed alle sue sporadiche gite in Basilicata dove tra un impegno non mantenuto ed un progetto annullato nell’unica capatina in cui rinvengono cianobatteri cancerogeni nell’invaso del Pertusillo, tra il 2011 ed il 2012, il progetto di monitoraggio dell’invaso si blocca per due anni per poi riprendere con un’equipe rimaneggiata che ricomincia il progetto da capo.

Walter Gualtiero Ricciardi è tutto: medico, politico, attore, accademico e funzionario pubblico. Oltre 300 pubblicazioni scientifiche all’attivo, professore in Italia e all’estero. Un presidente tutto-fare che vanta anche un passato da attore. Ricciardi è stato infatti il “guappo” in un film di Mario Merola ma ha lavorato anche con Michele Placido e Stefania Sandrelli. Oltre ai trascorsi artistici partenopei Ricciardi spunta dal cilindro pochi mesi fa quando Marcello Pittella, governatore della Basilicata, istituisce la fondazione BRB, (Basilicata Ricerca Biomedica) carozzone politico-medico che dovrebbe gestire politicamente l’epidemiologia ed i suoi dati.

Il problema è Melfi ma meglio non scriverlo. La giunta Pittella con la dgr. n.813 del 16 giugno scorso approva la collaborazione Regione-ISS con iniziali 38mila euro. L’Istituto Superiore di Sanità dovrà avviare uno studio pilota per caratterizzare diossine e pcb in Basilicata, in non precisate aree, ma con quei soldi se ne può coprire al massimo una. Praticamente hanno stanziato fondi per fare poche decine di analisi al netto dei compensi di manodopera sovrapponendosi oltre tutto alla convenzione già stipulata mesi fa dal direttore dell’Arpab, Aldo Schiassi, che ha affidato lo studio delle diossine all’Arpa della sua regione di provenienza, la Campania. L’accordo con l’ISS viene firmato da Ricciardi con il dirigente generale del dipartimento salute, Pafundi, il dirigente dello stesso dipartimento che assieme a quello Ambiente non ha mai diffuso i dati sulle contaminazioni degli alimenti nelle aree estrattive, né nei Sin né a ridosso degli stessi, né hanno mai chiesto alla politica di avviare serie indagini sitospecifiche. L’accordo prevede che l’indagine, o meglio il progetto pilota (nelle altre regioni sarebbero stati chiamati piani di sorveglianza sanitaria specifici, in Basilicata diventano progetti) dell’ISS si concentrerà solo sulla provincia di Potenza, Matera pare non ne abbia bisogno nonostante ci sia un’area industriale in attesa di bonifica e impianti, come Tecnoparco ed Italcementi. Questo progetto pilota arriva guarda caso dopo il rinvenimento delle diossine sia nelle uova di Melfi che nel latte materno di Lavello. I tempi per la pubblicazione dei dati dell’ISS? Entro un limite massimo di 5 anni dal completamento del progetto. Evviva la prevenzione ed il diritto all’informazione intanto chi inquina ha sicuramente altri 5 anni di franchigia.

A chi serve la fondazione BRB? Nel carrozzone di Basilicata Ricerca Biomedica i medici, pochi epidemiologi in senso stretto, arrivano quasi tutti dai medesimi ambiti geografico-accademici: campani o laziali di nascita o formazione o adozione, quasi tutti dalla Cattolica-Sacro Cuore, alcuni con competenze così estese da non essere pubblicate neanche sulla pagina web dell’università di provenienza. Nella fondazione c’è il vertice politico ossia Attilio Martorano, ex assessore alla sanità nell’era De Filippo, ex presidente di Confindustria ed uno dei pochi politici ad essere stato condannato nella vicenda rimborsopoli. Altro pezzo da novanta nella fondazione è il prof. Renato Lauro, ex rettore dell’Università di Tor Vergata, toccato dall’indagine su Angelo Balducci e la cricca degli appalti della protezione civile, con il soprannome dello “zio”. Il 27 maggio di quest’anno al Crob si riunisce lo stato maggiore per battezzare il nuovo carrozzone: da Pittella a De Filippo, da Ricciardi a Del Favero (direttore generale dell’ISS), il gotha dei medici-politici riuniti in Basilicata, la regione ai vertici naizonali non per la ricerca medica ma per l’incidenza tumorale, diabetica ed autistica. Attilio Martorano viene eletto presidente del Comitato Tecnico Scientifico e del Coordinamento BRB Foundation: giusto riconoscimento dopo i grandi traguardi raggiunti dalla sanità regionale durante il suo assessorato, buchi a 7 zeri ripiananti con le royalties e piano sanitario regionale annunciato ma neanche discusso in aula. Presidente della fondazione è Achille P. Caputi, noto medico e docente universitario nonché componente dell’agenzia di farmacovigilanza italiana – altri componenti sono Antonella Amodio, Nicola Buonanova – Attilio Martorano che sta anche nel cda, Bernardino Fantini e Renato Lauro oltre al Presidente Ricciardi.

Gli oppositori di Ricciardi, pochi ma vaccinati. Ricciardi è presente in innumerevoli organismi internazionali di ricerca, dall’Oms a scendere è stato anche tra i promotori del movimento politico Italia Futura fondato da Luca Cordero di Montezemolo dopo confluito in Monti. Ricciardi è anche membro del comitato editoriale dello studio epidemiologico sui tumori infantili “Sentieri kids” studio dal quale la Basilicata è rimasta esclusa. La sua recente nomina a presidente dell’ISS ha ricevuto critiche solo da due ambiente: 5 stelle e qualche libero ricercatore come il prof. Antonio Cassone, ex dirigente dell’ISS, che ha sollevato dubbi sulla subalternità dell’ISS al Ministero della Salute nell’ambito di alcuni accordi tra essi stipulati che avrebbero posto sotto guida ministeriale, quindi politica, alcune importanti attività di ricerca epidemiologica, privatizzando altresì i dati delle stesse. L’On. Baroni del M5S ha sollevato mesi fa diverse obiezioni sostanziali alla sua nomina alla guida dell’ISS: dall’illiceità di nominare presidente l’ex commissario, nominato tra l’altro per ragioni contabili non scientifiche e quindi senza concorso, fino ai contemporanei incarichi pubblici ricoperti dal prof. Ricciardi dopo la nomina a commissario, infatti pare abbia continuato a ricoprire sia il ruolo di professore universitario sia il ruolo di direttore del Dipartimento per l’assistenza sanitaria di Sanità pubblica del Policlinico Universitario «A. Gemelli», oltre al ruolo di direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva forzando le recenti direttive ANAC sulla cumulabilità delle cariche. Lo stesso Gianni Lannes ha sottolineato i numerosi conflitti d’interesse di Ricciardi risultanti dai rapporti di collaborazione con diverse case farmaceutiche: AbbVie, Novartis e GlaxoSmithKline con quest’ultima proprio da commissario ha avanzato la proposta di creare all’interno dell’ISS un centro nazionale i cui obbiettivi coincidevano con quelli di un progetto GlaxoSmithKline.

La Fondazione che può tutto: sdoppiarsi, comprare, finanziare, stampare ed erogare. La fondazione Basilicata Ricerca Biomedica avrà la durata di 15 anni rinnovabili e non ha fini di lucro. Ha sede sia presso la Regione, che presso il Crob e presso tutte le altre aziende sanitarie regionali. Ma non basta perché altre sedi potranno essere istituite in Italia e all’estero. Non ha fini di lucro sarà vero ma gli altri fini non sono chiari perché vaghi: la fondazione vuole effettuare indagini socio-sanitarie sulle patologie emergenti, sulle malattie rare e su quelle causate dall’inquinamento. La fondazione può contrarre mutui a breve e lungo termine, acquistare immobili nonostante abbia sede dappertutto, manutenere e consolidare beni anche non di proprietà, stipulare convenzioni con enti privati, creare o partecipare a nuovi organismi ad essa affini, erogare premi e borse di studio, avviare iniziative editoriali. I vertici sono tutti nominati dalla giunta regionale o a loro volta i sottoposti nominati dai nominati. Previste indennità e gettoni di presenza. Non ancora chiara è la dotazione finanziaria ma già i consiglieri regionali d’opposizione abbandonarono la commissione salute quando il Pd approvò lo statuto della fondazione scavalcando il parere delle minoranze e col benestare del presidente di commissione anti-trivelle, il medico-consigliere Luigi Bradascio. Chissà cosa ne pensa la Corte dei Conti di questa Fondazione Basilicata Ricerca Biomedica che alla faccia della spending review si prefigge di sdoppiare le competenze di quelle strutture regionali come l’Osservatorio Epidemiologico Regionale o il Crob di Rionero che vengono già pagate per svolgere il lavoro che oggi anche questa fondazione si candida a svolgere con uno statuto che sa di clientelismo più che di alta ricerca scientifica.

Giorgio Santoriello